VASTO – È stato approvato ieri dal consiglio comunale il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Marina di Vasto. Il provvedimento ha ottenuto il via libera della maggioranza di centrosinistra, ma non senza divisioni e polemiche, soprattutto per la previsione di otto chioschi distribuiti lungo la pista ciclabile di Vasto Marina.
Soddisfatta la lista civica Avanti Vasto, che ha parlato di «un atto fondamentale» per il futuro della riserva. «Il PAN – si legge in una nota – consente finalmente una visione chiara e sostenibile dell’area, capace di coniugare la tutela della biodiversità con una fruizione turistica responsabile. Il confronto con cittadini e associazioni non si esaurisce oggi, ma continuerà nel tempo».
Le opposizioni – centrodestra, Movimento 5 Stelle e La Buona Stagione – hanno votato contro, chiedendo il rinvio della decisione alla prossima seduta, al fine di rivedere il numero dei punti ristoro e considerare le osservazioni avanzate da alcune associazioni ambientaliste. All’interno della maggioranza si è registrata l’astensione di Giuseppe Forte (PD).
Particolarmente critici i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia. «Una riserva naturale trasformata in un filare di chioschi – affermano Suriani, Prospero, Giangiacomo e Monteodorisio– mette a rischio la vocazione ambientale dell’area. La presenza di un chiosco ogni meno di trecento metri scoraggia la mobilità sostenibile e rende poco sostenibile anche la gestione economica degli stessi. Stupisce la pervicacia con cui un assessore all’ambiente non apra un dibattito, con tutte le associazioni e le forze di minoranza, per rivedere il punto specifico. Stupisce anche la posizione di consiglieri ambientalisti part-time, come Nicola Di Stefano e Francesco Del Viscio, costretti a difendere la trasformazione della riserva di Marina di Vasto in una casbah di chioschi e chioschetti Noi ribadiamo la nostra contrarietà all’assurda (e antieconomica) scelta: da domani interrogheremo l’amministrazione Menna sui criteri con cui verranno attribuite le licenze dei suddetti punti ristoro. Anche per evitare che, bandi poco trasparenti, trasformino la suddetta assegnazione nell’ennesimo atto clientelare di questa amministrazione».