VASTO – La figura di San Cesario, custodita nella cripta della chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto, continua a suscitare emozione, curiosità e profonda devozione. Da oltre tre secoli, il corpo del martire cristiano è oggetto di venerazione da parte dei vastesi e di tanti visitatori attratti da una storia che intreccia fede, cultura e tradizione popolare.
«San Cesario ha sempre affascinato, specialmente i turisti – racconta don Domenico –. Appena entrano nella cripta, si fermano davanti all’urna: lì dentro, dal 1695, riposano le reliquie di un giovane che ha dato la vita per amore di Cristo. Un gesto radicale, che ancora oggi ci interroga e ci ispira».
All’interno dell’urna è custodita anche la lettera autentica che ne certifica l’arrivo a Vasto, firmata alla presenza del vescovo Nicolò Radulović e di don Cesare Michelangelo D’Avalos. Quel documento è il sigillo di una devozione che nel tempo si è radicata profondamente nel cuore della città. «San Cesario è simbolo di fedeltà – prosegue don Domenico –. Ha scelto di restare con il suo Signore anche quando questo significava soffrire e morire. Quante volte spiego ai ragazzi che amare davvero significa non fuggire nei momenti difficili».
Accanto alla storia, vive anche la leggenda. San Cesario non è disteso come tanti altri martiri, ma appare in una postura particolare, come se fosse sul punto di rialzarsi. «I più anziani lo ricordano diverso, più sdraiato – spiega il sacerdote –. Oggi lo vediamo come pronto ad alzarsi, e questo parla ancora: è un invito a rialzarci, a non lasciarci abbattere dalle prove. Una chiamata continua alla vita, alla speranza».
In video l’intervista completa: Vasto e il culto di San Cesario