VASTO – Ci sono partite che non si vincono, ma lasciano un segno. La Virtus Vasto Under 15 è uscita dalla semifinale del Trofeo Abruzzo senza alzare le braccia al cielo, ma con la dignità di chi ha dato tutto. A condannare i biancorossi è stato un dettaglio, il più crudele del calcio: il gol subito in casa all’andata (1-1), reso decisivo dallo 0-0 del ritorno contro l’Alba Adriatica. I teramani, forti della regola del gol in trasferta, si sono guadagnati la finale contro la Cantera Adriatica Pescara, in programma martedì 27 maggio (andata) e giovedì 5 giugno (ritorno).
Ma raccontare la stagione della Virtus fermandosi al risultato sarebbe riduttivo, quasi ingeneroso. Perché la squadra di Paolo Acquarola, supportata da Jacopo Cassone, ha mostrato più di numeri e classifiche: un’identità precisa, fatta di organizzazione e talento, che l’ha portata a chiudere la prima fase al quarto posto con 66 punti — 21 vittorie, 3 pareggi, 6 sconfitte. Ma quei numeri, pur importanti, acquistano significato pieno solo se li si associa ai volti, ai piedi, alle storie di chi li ha firmati sul campo.
A partire da Giovanni Cerella, vicecapocannoniere del girone con 32 gol, che ha illuminato il campionato con la sua vena realizzativa. Subito dietro di lui un compagno di squadra, Gioele D’Alò, con 29 reti: due frecce, due stili diversi, stessa fame. Poi c’è Michele Grassi, centrocampista dal fiuto del gol e da una crescita costante, certificata da una serie di convocazioni significative. L’11 aprile, insieme a Cerella e Galante, ha preso parte al Torneo delle Regioni in Sicilia; il 30 aprile è arrivata la prima chiamata ufficiale nella Rappresentativa Sperimentale LND Under 15 a Formia (Latina).
Domani, lunedì 26 maggio, Grassi tornerà nuovamente nel centro pontino per la sua seconda convocazione nazionale.