TERAMO – Nel primo pomeriggio del 22 maggio 2025, due uomini sono stati fermati all’interno della Casa Circondariale di Castrogno, a Teramo, dopo aver lanciato alcuni pacchetti oltre la recinzione dell’istituto penitenziario. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) attraverso il segretario provinciale Giuseppe Pallini.
«I due individui sono stati notati da agenti di polizia penitenziaria di rientro da un servizio esterno, mentre scavalcavano la recinzione della zona demaniale dell’istituto per poi darsi alla fuga a gambe levate – racconta Pallini –. Pensando potessero essere detenuti evasi, gli agenti li hanno immediatamente inseguiti e bloccati, accompagnandoli in carcere per i controlli di rito»
Dalla successiva visione delle immagini di videosorveglianza, è emerso che poco prima dell’inseguimento i due avevano lanciato all’interno del muro di cinta numerosi pacchetti. All’apertura degli stessi sono stati rinvenuti sei telefoni cellulari con relativi carica batteria.
«Subito dopo la comunicazione all’autorità giudiziaria, i due sono stati posti a fermo di polizia giudiziaria – spiega il segretario provinciale del SAPPE –. Nonostante la gravissima carenza di personale e il sovraffollamento carcerario, il personale di Polizia Penitenziaria non arretra di un millimetro nella lotta alla criminalità. Il SAPPE si compiace con il reparto di Polizia Penitenziaria per l’altissima professionalità dimostrata e auspica che gli organi competenti riconoscano loro un meritato riconoscimento premiale».
Anche Donato Capece, segretario generale nazionale del SAPPE, interviene sull’accaduto, sottolineando la necessità di interventi urgenti a favore del personale in servizio a Castrogno: «Sembra quasi un disco rotto: telefonini e droga trovati dalla Polizia Penitenziaria all’interno di un carcere della Nazione. Nel triennio 2022-2024 sono stati sequestrati circa 5.000 telefoni cellulari nelle carceri italiane, un dato che impone fatti concreti».
Capece conclude l’appello invitando a una riflessione profonda sulla questione della detenzione minorile, auspicando che «Non ci siano più maggiorenni tra i detenuti minorili. Non possiamo più permettere che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio», afferma il leader nazionale del SAPPE.