CHIETI – Il Consiglio di Stato ha respinto in via definitiva il ricorso presentato dalla Akka srl per la realizzazione del progetto Megalò 3, un nuovo centro commerciale che sarebbe dovuto sorgere a ridosso del fiume Pescara. La decisione mette fine a un lungo contenzioso e viene accolta con favore da chi, negli anni, si è opposto al progetto per motivi ambientali, paesaggistici e di sicurezza idrogeologica.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato conferma quanto già stabilito nei precedenti gradi di giudizio e ribadisce la necessità di tutelare il territorio da nuovi interventi edilizi in aree ritenute a rischio. Tra gli elementi centrali della decisione vi è la constatazione della decadenza del PRUSST (Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio), lo strumento urbanistico su cui si fondava la richiesta di autorizzazione per Megalò 3.
Per i soggetti che si sono opposti alla realizzazione del nuovo insediamento commerciale, si tratta di una vittoria significativa. La conclusione della vicenda giudiziaria, spiegano, «rappresenta un passo importante nella direzione della tutela del suolo, della sicurezza idraulica e della salvaguardia degli spazi naturali».
Soddisfazione è stata espressa anche per la posizione assunta dal Comune di Chieti, che ha scelto di non arretrare, difendendo le ragioni dell’ambiente e del territorio.
La decisione ha inoltre una rilevanza indiretta sul destino di Megalò 2, noto anche come “Mirò”, un altro centro commerciale in progetto nell’area, contro il quale il WWF Italia ha recentemente presentato un nuovo ricorso al TAR attraverso il legale Francesco Paolo Febbo. Poiché anche Megalò 2 si fonda sul medesimo PRUSST, ora dichiarato scaduto dal Consiglio di Stato, l’auspicio delle associazioni è che anche questo secondo progetto venga fermato.