CHIETI – L’associazione universitaria 360 Gradi ODV Chieti-Pescara ha reso noto, attraverso un comunicato stampa ufficiale, un episodio che ha coinvolto due studenti del campus universitario dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, durante una celebrazione religiosa avvenuta nella mattinata di mercoledì 21 maggio.
In occasione del primo mese dalla morte di papa Francesco, l’Ateneo ha ospitato una santa messa in sua memoria celebrata da mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, nel piazzale antistante le aule universitarie. L’associazione 360 Gradi, pur dichiarando di non voler mettere in discussione la legittimità del dibattito religioso in ambito accademico, ha voluto sollevare alcune criticità legate all’organizzazione e alla gestione dell’iniziativa.
Nel comunicato si legge che la funzione, «particolarmente solenne, con addobbi e attrezzature varie», si è tenuta in orario lavorativo (alle 10:30), mentre all’interno dell’università erano in corso regolarmente lezioni, esami e riunioni. Gli studenti lamentano che non spetta all’Ateneo l’organizzazione diretta di cerimonie religiose, ruolo che dovrebbe essere riservato alle comunità di culto presenti all’interno delle strutture universitarie.
Ma l’episodio che ha destato maggiore allarme riguarda il trattamento riservato a due studenti che, in segno di pacifico dissenso, hanno deciso di manifestare la propria opinione posizionando piccoli cartelli su una balconata, senza interferire con la funzione in corso. Secondo quanto denunciato dall’associazione, gli studenti sono stati raggiunti da agenti di polizia in borghese, i quali avrebbero proceduto alla loro identificazione, chiedendo i documenti e conducendoli all’interno dell’edificio per ulteriori verifiche.
Conclusi i controlli, gli studenti avrebbero chiesto di poter riprendere la loro protesta silenziosa, ma sarebbero stati invitati ad allontanarsi dal punto precedentemente occupato, poiché «troppo visibile». Sempre secondo la ricostruzione fornita dall’associazione, uno degli agenti avrebbe rivolto agli studenti un ammonimento: «Se non fate come diciamo noi vi portiamo in questura così la messa può finire».
360 Gradi ODV definisce tale atteggiamento «poco opportuno», criticando il fatto che gli agenti non si siano identificati immediatamente e abbiano limitato la possibilità, per gli studenti, di esprimere un dissenso pacifico e rispettoso, che – si sottolinea – non era volto a disturbare lo svolgimento della cerimonia religiosa.
Nel comunicato si precisa inoltre che entrambi gli studenti sono credenti, e la loro azione non era contro la fede, ma una riflessione critica sull’opportunità e le modalità dell’evento. L’associazione solleva anche questioni legate alla comunicazione istituzionale, domandandosi perché eventi accademici di rilievo non vengano promossi attraverso la mailing list ufficiale dell’Ateneo, mentre la funzione religiosa ha ricevuto tale visibilità.
Infine, 360 Gradi contesta la scelta del rettore Liborio Stuppia di presenziare interamente alla messa, delegando invece la sua partecipazione al convegno sul benessere psicologico degli studenti, svoltosi la stessa mattina presso l’Auditorium del Rettorato, a pochi passi dalla celebrazione. Il convegno fa parte di un progetto nazionale sulla salute mentale degli studenti universitari, promosso da diversi atenei italiani.
«Tutto questo – si legge in conclusione – ci lascia un po’ di amaro in bocca, perché ci aspettiamo un diverso modo di fare dalla nostra Università».