ABRUZZO – Il Dipartimento Salute, Sicurezza e Ambiente della UIL Abruzzo lancia un nuovo allarme: i dati del bollettino INAIL relativi al primo trimestre 2025 evidenziano un andamento preoccupante per la sicurezza nei luoghi di lavoro in regione. Le cifre, presentate oggi in conferenza stampa dal coordinatore Valerio Camplone e dal segretario generale Michele Lombardo, indicano un peggioramento sotto tutti i profili: infortuni, malattie professionali e decessi.
Rispetto allo stesso periodo del 2024, gli infortuni totali in Abruzzo sono passati da 1.954 a 1.997, con un incremento del 2,30%. Più marcato l’aumento delle denunce di malattie professionali, che da 1.871 salgono a 2.222 (+18,76%). Particolarmente allarmante il dato relativo agli infortuni mortali: sei nei primi tre mesi del 2025, contro i due registrati l’anno precedente nello stesso arco temporale (+200%). A questi si aggiunge il decesso recente di un giovane operaio trentenne in provincia di Teramo, avvenuto il 6 maggio.
Valerio Camplone, coordinatore del Dipartimento regionale, ha commentato: «La percentuale delle malattie professionali, che in Abruzzo ha registrato un + 40% rispetto all’anno precedente superando la media nazionale, continua a salire nel 2025. Questo è un campanello d’allarme chiaro: molte patologie emergono dopo anni, e questo evidenzia lacune soprattutto nella valutazione dei rischi da parte delle aziende. Serve rafforzare i Dipartimenti di prevenzione delle ASL, la medicina del lavoro ed il monitoraggio nei settori a rischio in un piano regionale efficace e lungimirante, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali».
Alla gravità dei numeri si aggiunge, secondo la UIL, un’inadeguata risposta in termini di risorse e controlli. In Abruzzo sono solo 176 gli ispettori operativi nel campo della sicurezza, a fronte di oltre 41.850 aziende con almeno un dipendente. Un numero considerato “drammaticamente insufficiente” dal sindacato, che chiede interventi immediati, anche indipendenti dalle scelte del governo nazionale.
Il segretario generale UIL Abruzzo, Michele Lombardo, ha dichiarato: «Non possiamo continuare a contare solo le vittime e gli infortuni. È il momento di agire con decisione: servono investimenti mirati nella prevenzione e nel rafforzamento delle ispezioni. La sicurezza dei lavoratori non è un costo, fare prevenzione è l’unico modo per non dover continuare a piangere tragedie che si potevano evitare. Questa è una sfida che non riguarda solo il governo nazionale, ma anche scelte strategiche e di prospettiva per la destinazione di risorse a livello regionale».
Nel mirino del sindacato anche l’operato del Comitato regionale ex art. 7 del D.Lgs. 81/2008. La UIL evidenzia come, pur essendo formalmente attivo e rispettando il numero minimo di convocazioni previsto (due all’anno), l’organismo non abbia ancora promosso azioni incisive per migliorare l’organizzazione del lavoro e rafforzare la cultura della sicurezza.
Per questo motivo, la UIL Abruzzo chiede l’adozione urgente di un piano regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro, centrato su formazione di qualità, potenziamento dei controlli, cooperazione tra organi di vigilanza, organismi paritetici e parti sociali.
«È necessario agire in modo coeso e tempestivo – ribadisce il sindacato – assicurando strumenti e risorse regionali adeguati a porre fine ad una strage silenziosa che continua a crescere».