VASTO – La Settimana Santa in Abruzzo vive di riti antichi e suggestivi che, tra luci di candele e profumi di incenso, accompagnano la comunità in un viaggio di fede e memoria.
Giovedì Santo apre le celebrazioni con la visita ai Sepolcri: le chiese si trasformano in sacre scenografie, dove altari ornati di fiori e ceri ricreano il luogo del sepolcro. I fedeli, in piccoli gruppi e avvolti da un silenzio solenne, si muovono da una cappella all’altra, soffermandosi in preghiera e guidati dal suono sommesso dei canti liturgici. È un momento di raccoglimento, in cui ogni passo richiama alla custodia del mistero pasquale.
La drammaticità del Venerdì Santo trova voce nelle processioni della Passione. Le confraternite sfilano portando a spalla simulacri lignei che narrano le stazioni del Calvario, mentre figure incappucciate avanzano in rigorosa penitenza. Crocifissi e candele accese fendono l’oscurità delle vie, e i rintocchi delle campane scandiscono il cammino, conferendo all’atmosfera un’austera solennità.
Quando il Sabato Santo cala il suo crepuscolo, la Veglia Pasquale trasporta i fedeli in un rito di luce e speranza. All’esterno delle chiese si accende il fuoco nuovo, dal quale si origina il cero pasquale, simbolo della vittoria sulla tenebra. Un coro di voci intona l’Exultet mentre la navata, lentamente illuminata, accoglie la proclamazione della Resurrezione. In molte comunità, la liturgia si arricchisce di vivide rappresentazioni della Via Crucis: attori in costumi storici rievocano le stazioni tra vicoli e piazze, fondendo sacro e teatro popolare.
La Domenica di Pasqua esplode in un momento di gioia collettiva con il rito della Madonna che scappa: la statua della Vergine Addolorata, posta in un angolo della chiesa, viene condotta in processione verso l’incontro con il Cristo Risorto. Nel volgere dello sguardo dei fedeli, il gesto della Madonna che interrompe la sua corsa nel momento preciso dell’abbraccio simbolico sancisce la fine del lutto e l’inizio della festa.
Tra sacralità e partecipazione, queste tradizioni abruzzesi tessono un legame indissolubile tra passato e presente, offrendo a ogni osservatore un’esperienza immersiva di fede, memoria e comunità.