CHIETI – Controlli mirati sulla tracciabilità delle carni ovine in vista della Pasqua hanno portato i Carabinieri della Tutela Forestale e dei Parchi a scoprire irregolarità nella vendita di carne di agnello in provincia di Chieti. A seguito dell’attività svolta dai militari del N.I.P.A.A.F. (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) del Gruppo Carabinieri Forestale di Chieti, in collaborazione con il Nucleo CC For, è stata elevata una sanzione amministrativa di 4.000 euro nei confronti di un macellaio della zona.
Durante l’ispezione, i militari hanno rinvenuto carne di agnello di origine ungherese posta in vendita come se si trattasse di un prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta) italiano, senza fornire al consumatore indicazioni sufficientemente chiare sull’origine effettiva. «La dichiarazione di origine – spiegano i Carabinieri – evocava genericamente un agnello IGP, tale da non permettere a un consumatore mediamente attento di effettuare una scelta consapevole».
Dal controllo documentale è emerso che l’esercente, per il periodo pasquale, aveva acquistato solo un 10% di carni effettivamente IGP di provenienza italiana, mentre il restante 90% era di origine ungherese, pur essendo stato macellato e lavorato in Italia.
L’intervento dei Carabinieri Forestali si inserisce nel rispetto del Regolamento di esecuzione UE n. 1337/2013, che impone, per le carni ovine e caprine, l’obbligo di indicare chiaramente il paese in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento o, in caso di animali abbattuti prima dei sei mesi, l’intero periodo di allevamento.
Una norma pensata per garantire la trasparenza e tutelare il consumatore, che deve poter conoscere l’origine dell’alimento prima della conclusione dell’acquisto. La sanzione ha lo scopo di richiamare l’attenzione degli operatori del settore alimentare sul rispetto delle normative europee, particolarmente sensibili in occasione delle festività in cui aumenta la domanda di carni tradizionali.