VASTO – Oggi, domenica 6 aprile, Don Domenico ci invita a riflettere sul messaggio di speranza contenuto nella prima lettura e nel Vangelo. Con un inizio che ci sorprende, il profeta Isaia ci ricorda che “Ecco, io faccio una cosa nuova, ora germoglia, non ve ne accorgete?”. Questo messaggio ci spinge a guardare al futuro con fiducia, ad avere la speranza che Dio sta compiendo qualcosa di nuovo nella nostra vita, anche quando non siamo consapevoli di ciò che sta per accadere.
Il Dio che ci accompagna nel deserto della storia
Don Domenico ci ricorda che il nostro Dio non è un Dio del passato, legato ai racconti dei nostri padri. Il suo braccio potente non è fermo, ma continua a sostenerci, a guidarci. Egli ci accompagna nel deserto della storia, alimentandoci con l’acqua della sua grazia, per farci proseguire il nostro cammino. Il messaggio di speranza è chiaro: se ci fidiamo di lui, se diciamo il nostro “eccomi”, se ci lasciamo ispirare dalla sua parola, la nostra vita avrà un senso nuovo, una nuova direzione.
Il Vangelo di Giovanni e la donna adultera
Il Vangelo di Giovanni ci racconta di un episodio significativo in cui Gesù si trova di fronte a una donna colta in flagrante adulterio. Gli scribi e i farisei vogliono metterlo alla prova, chiedendogli cosa fare, poiché secondo la legge di Mosè la donna dovrebbe essere lapidata. Don Domenico sottolinea la sapienza di Gesù in questo momento cruciale. Se Gesù avesse detto sì alla condanna, avrebbe tradito il suo messaggio di misericordia e sarebbe stato in contrasto con i romani, che avevano preso il controllo del potere di condannare a morte. Se avesse detto no, avrebbe sfidato la legge di Mosè.
Invece, Gesù risponde con una domanda: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Don Domenico riflette su come la questione non fosse la donna, ma piuttosto chi giudica. La vera domanda è: “Come guardo io l’altro? Com’è il mio cuore?” Gesù invita ciascuno a guardare dentro di sé, a purificarsi prima di emettere un giudizio. L’esempio di Gesù è chiaro: non dobbiamo giudicare, ma dobbiamo imparare a purificarci prima di criticare gli altri.
La misericordia e la dignità restituita
Gesù non solo invita i farisei a non giudicare, ma si rivolge anche direttamente alla donna, restituendole la sua dignità. Lei, che era trattata come un oggetto di piacere e condanna, diventa una persona agli occhi di Gesù. Con amore e misericordia, le dice: “Neppure io ti condanno, ma d’ora in poi, non peccare più”. Con queste parole, Gesù non solo le perdona, ma le offre anche una nuova speranza, un futuro possibile, una nuova vita.
Il messaggio che ci viene consegnato è potente: ogni persona, anche quella che sembra perduta o giudicata, ha un futuro da realizzare. Questo futuro è possibile solo se ci fidiamo di Dio e della sua misericordia. Il “d’ora in poi” di Gesù non è solo un invito al cambiamento, ma un’apertura verso un cammino nuovo.
Il cammino verso la speranza e il rinnovamento
Don Domenico conclude il suo messaggio con un riferimento all’apostolo Paolo. Paolo, pur non avendo raggiunto la perfezione, si impegna costantemente nel suo cammino, come pellegrino, verso la meta. La sua vita è un continuo sforzo per “conquistare” ciò che è stato conquistato da Cristo.
Anche per noi, il cammino non è mai completo. Ogni giorno possiamo rinnovare il nostro sì a Dio, rinnovando la nostra fiducia nella speranza che Egli ci offre. La nostra vita è un continuo “d’ora in poi”, in cui Dio ci guida e ci dona la possibilità di crescere, di migliorare e di realizzare il nostro futuro con Lui.
In questa domenica, Don Domenico ci invita a riflettere sul nostro cuore e sul nostro sguardo verso gli altri. Non dobbiamo fermarci nel giudicare, ma imparare a purificarci, a guardare gli altri con gli occhi della misericordia di Dio. Il “d’ora in poi” che ci viene offerto è una nuova opportunità di cambiamento, di speranza e di rinnovamento. Buona domenica a tutti, con l’invito a rinnovare il nostro sì alla speranza e alla misericordia di Dio.