VASTO – In questa quarta domenica di Quaresima, Don Domenico Spagnoli ha offerto una riflessione incentrata sul Vangelo di Luca, capitolo 15, che ci presenta la parabola del padre misericordioso. Un racconto che parla di un uomo con due figli, uno dei quali, il più giovane, decide di chiedere la sua parte di eredità per allontanarsi e vivere la propria vita lontano da casa, cercando la gioia e la vitalità in un mondo diverso. Tuttavia, questo figlio, dopo aver sperperato tutto ciò che aveva, si trova a vivere nella miseria, finendo per lavorare come guardiano di porci, un animale impuro secondo la tradizione ebraica.
Don Domenico evidenzia un passaggio fondamentale della parabola: “Il figlio rientrò in se stesso”. Questo momento di riflessione interiore, la consapevolezza della propria condizione, diventa l’inizio di un ritorno, anche se inizialmente motivato dalla fame e dalla disperazione. Il giovane pensa di tornare a casa non come figlio, ma come servo, convinto che almeno avrebbe trovato cibo e una condizione migliore. Tuttavia, quando il padre lo vede da lontano, corre verso di lui, lo abbraccia, lo bacia e lo accoglie senza riserve, dimostrando una misericordia che non conosce confini.
Un altro elemento importante della riflessione riguarda il figlio maggiore, che, pur restando nella casa del padre, non accetta la festa e l’accoglienza riservata al fratello. Non vuole entrare, giudica il padre e il fratello minore, manifestando un attaccamento a una concezione di giustizia che non comprende il valore della misericordia. Qui si manifesta il paradosso dell’amore del padre, che esce anche a supplicare il figlio maggiore, invitandolo a partecipare alla festa, a gioire per il ritorno del fratello perduto.
Don Domenico invita i fedeli a riflettere su dove cercano la propria gioia e la propria festa. “Dove cerco la mia vera festa?”, si domanda il sacerdote. E aggiunge che, come il figlio minore si allontana dalla casa del padre, anche noi a volte ci allontaniamo dalla vera fonte di vita, cercando la felicità in qualcosa che ci svuota e ci rende schiavi. Tuttavia, chi non scopre la gioia del bene, finisce per essere schiavo del dovere, senza mai trovare una vera soddisfazione.
Infine, Don Domenico conclude il suo messaggio con un invito a scoprire l’abbraccio di Dio, simbolo della misericordia e della bontà del Padre che accoglie sempre, anche nei nostri momenti di debolezza. “Che il Signore ci conceda oggi di gustare questo abbraccio del padre commosso per ogni nostro debole passo di ritorno a Lui”, ha concluso.
Buona domenica a tutti.