ABRUZZO – «A volte ritornano: il centrodestra rigioca la carta del via libera ai centri commerciali al posto dei capannoni industriali. Intanto, a fine anno scadrà il blocco alle nuove licenze per le grandi strutture di vendita, il rischio è quello di altri “Megalò 2″».
Inizia così la nota del Vicepresidente del Consiglio Regionale, Antonio Blasioli, in merito alla proposta di legge che mira a consentire la realizzazione di centri commerciali di media superficie nelle aree industriali, modificando la destinazione d’uso.
«Potremmo definirlo “un classico di inizio legislatura”. Era stata infatti avanzata una prima volta nel 2019, poi ancora nel 2021, ed ecco che viene riformulata anche a distanza di un anno dall’insediamento della seconda Giunta Marsilio». Blasioli ripercorre i precedenti tentativi di far passare una norma simile, ricordando come già nel 2019 e nel 2021 la proposta fosse stata presentata, senza però mai arrivare all’approvazione. «Nel 2019 il disegno era contenuto all’interno di un apposito progetto di legge a firma del Presidente Sospiri, nel 2020 era stato ripreso in un altro progetto di legge presentato dalla Lega, entrambi naufragati, mentre oggi risulta riproposto nella stessa forma all’articolo 17 della norma presentata dal consigliere Campitelli sul recepimento di alcune modifiche al Dpr 380/2001, la cosiddetta legge “Salva casa”».
Secondo il Vicepresidente del Consiglio Regionale, l’attuale proposta ricalca fedelmente quelle del passato, nonostante i precedenti stop imposti dalle associazioni di categoria. «Nella scorsa legislatura l’iter della legge venne bloccato in primis dalle proteste delle associazioni di categoria del commercio, che la bocciarono in maniera netta e unanime costringendo il centrodestra a fare marcia indietro».
Blasioli sottolinea come in passato le forti critiche da parte dei commercianti abbiano portato al ritiro della norma, ma ora il centrodestra sembra voler riprovarci. «Adesso si profila questo nuovo tentativo, ad opera di un altro proponente, ma il contenuto resta pressoché identico. Viene infatti consentita la realizzazione di strutture di media superficie di vendita in deroga alle previsioni della Legge Regionale 23/2018 (Testo Unico sul Commercio), nello specifico della lettera f-bis del comma 1 dell’articolo 11, che prevede l’esclusione del rilascio di autorizzazioni da parte dei Comuni per esercizi commerciali di media e grande struttura di vendita nelle aree industriali».
La proposta consentirebbe, quindi, il rilascio di autorizzazioni per strutture di media superficie, ovvero quelle fino a 1500 mq nei Comuni con meno di 10mila abitanti e fino a 2500 mq nei Comuni più grandi. «Contro la stessa proposta, come detto, nel 2019, si sollevarono fortissime critiche da parte delle associazioni dei commercianti, le quali per il momento non sono state ancora audite nel percorso in Commissione del nuovo progetto di legge».
Blasioli evidenzia come questa volta non si sia ancora aperto un confronto con le categorie economiche interessate, un aspetto che ritiene grave e da correggere al più presto. «Gli ultimi dati di Infocamere rilevano che tra il 2012 e il 2024 in Italia sono spariti quasi 130mila negozi al dettaglio, 3mila nel solo Abruzzo. Nella città di Pescara si è registrata nello stesso periodo la chiusura di oltre trecento attività commerciali su duemila (-21,8%)».
Numeri che, secondo Blasioli, dimostrano come il settore del commercio sia già in forte crisi e che una legge del genere rischierebbe di aggravare ulteriormente la situazione. «Proprio nei giorni in cui sembra essersi sbloccato nuovamente l’iter per il cosiddetto “Megalò 2” arriva dunque una nuova porta in faccia al mondo del commercio abruzzese, nonché al tessuto urbano delle città».