VASTO – Dal 1° marzo è partita virtualmente “Oriente Mon Amour”, l’esposizione curata da Luigi Lai e Nancy Biraschi per MoonArt Gallery. La mostra, che coinvolge più di 70 artisti, sarà visibile dal 5 aprile al 20 aprile presso il Polo “Cesare Lami” di Muccia (Macerata). Tra gli artisti in mostra, Paola Mariotti e Giovanna Mattucci, madre e figlia di Vasto.
«MoonArt Gallery – si legge nella presentazione – non è solo una galleria d’arte tradizionale, ma anche uno spazio dinamico che opera sia fisicamente che virtualmente, promuovendo l’arte contemporanea attraverso mostre collettive, videorecensioni e contenuti online».
Paola Mariotti, con opere come “Natsu Dragneel – Il fuoco dell’anima” e “AI Hoshino – La caduta di una stella”, non solo si fa interprete di un’arte viscerale e carica di significato, ma riesce a tradurre emozioni intime in un linguaggio universale, grazie a un uso del colore che trasuda autenticità e passione. La sua arte non è solo vista, è sentita, come un flusso che riesce a colpire l’anima di chi la osserva.
La recensione di Luigi Lai sulle opere di Giovanna Mattucci
«Le opere dell’Artista Giovanna Mattucci, presentate nella mostra “Oriente Mon Amour”, si inseriscono con grazia e forza evocativa nel dialogo tra la cultura pittorica occidentale e l’estetica orientale. Attraverso l’acrilico su tela, l’artista esplora due simboli fortemente radicati nell’immaginario orientale: il bambù e la lanterna, entrambi portatori di significati profondi e stratificati. Giovanna Mattucci dimostra una sensibilità artistica che va oltre la semplice rappresentazione paesaggistica. Il suo tratto sicuro, unito a una gamma cromatica evocativa, trasmette un senso di armonia e introspezione. In un’epoca di immagini frenetiche e digitalizzate, la sua pittura si distingue per la capacità di rallentare il tempo e invitare lo spettatore alla riflessione. Un lavoro che, nella sua apparente semplicità, racchiude un’eco antica e universale.
“Incontri” (50 x 40 cm, acrilico su tela). L’opera si sviluppa come un varco visivo che invita lo spettatore a perdersi in una foresta di canne di bambù. La composizione è dinamica, con le linee slanciate delle piante che creano un ritmo visivo ascendente e allo stesso tempo avvolgente. Il verde intenso, arricchito da sfumature di giallo, dà vita a un’atmosfera luminosa, quasi rarefatta, che suggerisce un luogo di meditazione e contemplazione. Il corso d’acqua centrale diventa il punto di fuga, generando un paesaggio fluido e armonioso, come se il paesaggio stesso respirasse. La pennellata esprime freschezza e immediatezza, e la sua pittura si distingue per la capacità di rallentare il tempo e invitare lo spettatore alla riflessione. Un lavoro che, nella sua apparente semplicità, racchiude un’eco antica e universale.
“Lanterna” (60 x 40 cm, acrilico su tela). L’equilibrio pittorico si fa più poetico, quasi sospeso tra sogno e realtà. Una lanterna orientale, accesa ma avvolta di ciliegio in fiore, fluttua come sospesa in un silenzio rarefatto. La scena è intima e intrisa di un’atmosfera malinconica e nostalgica: i petali di ciliegio cadono leggeri, portati dal vento, evocando il concetto giapponese di mono no aware, la consapevolezza della transitorietà della bellezza. Il contrasto cromatico tra il calore della luce e il nero profondo dello sfondo amplifica il senso di mistero e fascinazione. Il riferimento alle stampe ukiyo-e e alla tradizione estetica giapponese arricchisce il linguaggio pittorico dell’opera».