PESCARA – «Esprimo apprezzamento a tutto il personale di Polizia Penitenziaria che ieri ha gestito al meglio, con grande professionalità e molto sangue freddo, la grave rivolta dei detenuti nel carcere San Donato di Pescara. Ed è un ottimo segnale quello lanciato dal DAP, che ha immediatamente trasferito i sessanta detenuti rivoltosi». Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).
Capece sottolinea il ruolo fondamentale svolto dagli agenti della casa circondariale di Pescara e dalle unità di supporto provenienti da altre carceri delle regioni vicine, evidenziando anche il contributo essenziale del Gruppo Intervento Operativo (G.I.O.) del Corpo. «Sono stati dei veri professionisti della sicurezza – aggiunge – e il G.I.O. ha dimostrato ancora una volta la sua importanza. Istituito per non lasciare mai soli gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria nei momenti più difficili, ha operato con grande efficacia».
Capece ricorda che il G.I.O. si ispira al modello francese ERIS, un reparto antisommossa che ha ridotto del 90% gli eventi critici nelle carceri d’Oltralpe. «La collaborazione tra le diverse unità è stata fondamentale per riportare l’ordine a Pescara – afferma – e conferma come fermezza, professionalità, generosità e umanità siano i valori che rendono unico il Corpo di Polizia Penitenziaria».
Infine, il segretario del SAPPE chiede l’introduzione nei reparti della figura del negoziatore, un esperto incaricato di intervenire nelle emergenze per prevenire l’escalation dei conflitti. «Dobbiamo ridurre al minimo i rischi per agenti, operatori e detenuti – conclude – e questa figura specializzata può essere determinante in situazioni di alta tensione come quella vissuta a Pescara».