AEVZZANO – Le strade di Avezzano si riempiranno di colori, voci e bandiere per celebrare l’Abruzzo Pride, un appuntamento che punta i riflettori sulla visibilità della comunità LGBTQIA+ nei piccoli centri. Non sarà solo una festa, ma un atto politico e sociale per rivendicare diritti, autodeterminazione e libertà.
Organizzare un Pride ad Avezzano assume un significato profondo e simbolico. Nei piccoli centri, spesso, le persone LGBTQIA+ vivono in un contesto sociale che le spinge all’invisibilità, costringendole a nascondersi o a trasferirsi altrove per vivere la propria identità liberamente.
Il Pride è resistenza, è un’occasione per riappropriarsi delle strade che in passato sono state teatro di discriminazioni, questa volta con orgoglio e fierezza, sostenuti dalla forza della comunità. «Nei piccoli centri il silenzio può diventare assordante, spezzato solo da offese e atti di emarginazione quotidiana» – sottolineano gli organizzatori – «Per questo è fondamentale esserci, rendersi visibili e rivendicare il proprio spazio».
Contro il clima di odio, un atto di resistenza collettiva
Il Pride si colloca in un momento storico delicato, in cui il clima di odio nei confronti delle persone LGBTQIA+ è in crescita. Nel 2024, in tutta Italia, si è registrato un aumento delle aggressioni omolesbobitransfobiche, episodi di violenza che hanno messo in evidenza quanto sia ancora necessario lottare.
A livello internazionale, l’ondata conservatrice guidata dalla nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti sta alimentando una retorica reazionaria che mette in pericolo i diritti conquistati con fatica, offrendo sponda ai movimenti conservatori anche in Europa e in Italia.
«Il Pride non è solo una festa, ma un atto politico. È l’affermazione della nostra esistenza e della nostra resistenza» – ricordano gli organizzatori – «Camminare per le strade con i nostri corpi e le nostre bandiere significa opporsi a chi vorrebbe cancellarci, restituendo dignità e visibilità a chi ogni giorno subisce marginalizzazione e discriminazione».
Partecipazione aperta: costruire un Pride inclusivo
Per garantire che il Pride sia realmente rappresentativo e inclusivo, verranno aperti spazi di confronto e partecipazione. Saranno organizzati incontri per stilare collettivamente il documento politico della manifestazione e sarà lanciata una call aperta a tutte le associazioni che vogliono unirsi alla causa, così come a singole persone che desiderano partecipare come volontarie.
Un omaggio a chi ha lottato prima di noi
Questo Pride è anche un tributo a chi ha aperto la strada alla libertà e ai diritti di cui oggi possiamo godere. Donne trans come Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson, protagoniste dei Moti di Stonewall nel 1969, hanno acceso la scintilla del movimento di liberazione LGBTQIA+ e ci insegnano l’importanza della resistenza e della lotta collettiva.
L’eredità di figure come Karl Heinrich Ulrichs, pioniere del movimento LGBTQIA+ e sepolto nel Cimitero Monumentale dell’Aquila, ci ricorda la potenza del coming out e del coraggio. Fu il primo a dichiararsi pubblicamente omosessuale nel 1867, durante il Congresso dei Giuristi Tedeschi a Monaco, chiedendo l’abolizione delle leggi contro l’omosessualità.
Per chi non può esserci, per chi sogna un futuro libero
«Scenderemo in piazza per chi non può farlo, per chi è ancora costretto all’invisibilità, per chi ha subito violenze e per chi sogna un futuro di libertà» – concludono gli organizzatori – «Il 21 giugno sarà una giornata di orgoglio, resistenza e comunità. Unisciti a noi. Perché il Pride è di tutte e tutti!»