ABRUZZO – «Apprendiamo con favore della definizione dei criteri per la ripartizione del Fondo Montagna concordati tra l’assessore regionale Santangelo, Anci, Upi e Uncem. Si tratta di iniziative apprezzabili, ma chiediamo all’assessore di considerare anche gli impianti invernali alternativi a quelli di risalita, come lo sci di fondo e altri sport sostenibili», dichiara Angelo Radica, presidente di ALI Abruzzo (Autonomie Locali Italiane).
Radica pone l’accento sulla necessità di una visione più ampia, capace di includere non solo il turismo legato agli impianti sciistici tradizionali ma anche discipline invernali meno invasive, in linea con una strategia di sviluppo sostenibile delle aree montane.
Lacune sul fronte sociale e sanitario
Il presidente di ALI Abruzzo non si limita alla questione sportiva ma solleva un tema di grande rilevanza: l’assenza di misure dedicate ai servizi sociali e sanitari nei piccoli comuni montani. «Questi territori – spiega Radica – affrontano costi più elevati per garantire l’accesso ai servizi essenziali, soprattutto a una popolazione che è spesso più anziana rispetto alla media regionale».
Radica lamenta anche la mancata partecipazione di ALI Abruzzo al tavolo delle trattative: «Se fossimo stati convocati, avremmo potuto offrire il nostro contributo, come richiesto formalmente, ma siamo stati ignorati. Dispiace dirlo, ma sarebbe opportuno saper distinguere tra appartenenze politiche e ruoli istituzionali. ALI Abruzzo porta costantemente un contributo importante al dibattito regionale sugli enti locali e trovarci esclusi non rende giustizia al lavoro svolto».
Un appello per il futuro
La richiesta di ALI Abruzzo è chiara: adottare un approccio più inclusivo e attento alle esigenze delle comunità montane, non solo in termini di sviluppo turistico ma anche di equità sociale e accesso ai servizi essenziali. «Speriamo che in futuro ci sia maggiore collaborazione – conclude Radica – per costruire insieme politiche che migliorino davvero la qualità della vita nelle nostre aree montane».