LANCIANO – Il carro funebre avanza lento, in silenzio, quasi a rispettare il dolore che si diffonde tra le mura della cattedrale di Lanciano. Sono le 15.30 quando la folla si stringe attorno ad Andrea Prospero per l’ultima volta. Non è solo un saluto, è un commiato che pesa, che lascia l’eco di una vita interrotta troppo presto. Gli amici, i parenti, i compagni dello studentato di Perugia sono tutti lì, uniti in una commozione che non ha bisogno di parole.
Non è facile trovare un senso in giornate come questa. La morte di un giovane è qualcosa che sfida ogni logica, che lascia domande sospese nel vuoto. Andrea aveva 19 anni, un’età in cui il futuro dovrebbe essere un foglio bianco ancora tutto da scrivere. Invece, il destino ha voluto che la sua storia si interrompesse a Perugia, dopo cinque giorni di ricerche, in un epilogo che nessuno avrebbe mai voluto immaginare.
La cattedrale della Madonna del Ponte accoglie tutti. Il dolore si mescola al silenzio, spezzato solo dal pianto sommesso di chi non riesce a trattenere le lacrime. Ma c’è anche la fierezza di chi vuole ricordare Andrea per quello che era: un ragazzo come tanti, con sogni, speranze, progetti.
Già ieri il cordoglio era iniziato con una fiaccolata. Centinaia di giovani avevano sfidato il maltempo per attraversare il centro cittadino, fino a raggiungere piazza Plebiscito. Oggi il sindaco Filippo Paolini, l’assessore regionale Tiziana Magnacca, l’arcivescovo Emidio Cipollone, il parroco don Alessio Primante, ma soprattutto una città intera, raccolta attorno a una famiglia che si trova a vivere un dolore che nessuno dovrebbe mai provare.
Quando la funzione finisce, la folla esce in silenzio, ognuno con un pensiero rivolto ad Andrea. Non si cancella un dolore così, ma resta la speranza che il suo ricordo continui a vivere nei cuori di chi lo ha amato.