PESCARA – La questione delle spiagge libere a Pescara torna al centro del dibattito con l’emendamento al Piano del Demanio Marittimo Regionale, attualmente in discussione al Consiglio Regionale. Il Forum H2O ha espresso critiche severe, definendo l’intervento un tentativo “irregolare” di sanare la riduzione delle spiagge libere al di sotto del limite minimo del 20% previsto dalla legge.
Un emendamento controverso
La proposta in esame mira a “spalmare” la quota minima del 20% di spiagge libere su tutto il territorio regionale, anziché mantenerla obbligatoria per ciascun Comune. In questo modo, realtà come Pescara, che oggi presenta una percentuale esigua e irregolare di spiagge libere, potrebbero continuare a violare il limite di legge senza doverlo correggere.
Il Forum H2O sottolinea come questo cambiamento possa innescare una pericolosa competizione al ribasso tra i Comuni, spingendoli a privilegiare gli interessi legati alle concessioni balneari a discapito della tutela del patrimonio costiero.
La mancanza di una Valutazione Ambientale Strategica
Uno degli aspetti più critici evidenziati dal Forum riguarda l’assenza della Valutazione Ambientale Strategica (VAS), una procedura obbligatoria dal 2007 per piani e modifiche di questo genere. Secondo l’organizzazione, l’emendamento rappresenta l’ennesima dimostrazione di come le istituzioni regionali eludano una normativa di derivazione comunitaria, continuando a proporre interventi “estemporanei” privi di un adeguato inquadramento valutativo.
«È sconcertante constatare come questa procedura fondamentale non sia stata ancora introiettata dagli amministratori regionali», denuncia il Forum, che richiama alla necessità di una pianificazione più responsabile e rispettosa dell’ambiente.
L’impatto su ambiente e società
Il Forum H2O lancia un appello per trasformare l’avvio delle nuove gare per le concessioni balneari in un’opportunità per un ravvedimento operoso rispetto agli errori del passato.
I dati sull’erosione costiera e sulla perdita di biodiversità evidenziano un quadro preoccupante: la costa abruzzese è sottoposta a un livello insostenibile di pressione antropica.
Secondo il Forum, l’unica soluzione è aumentare la quota di spiagge libere, superando di gran lunga il limite del 20%. Questo ribaltamento delle proporzioni tra spiagge occupate da concessionari e spiagge naturali porterebbe benefici sia all’ambiente che alla società:
- Riduzione dell’impatto ambientale, favorendo il recupero della biodiversità e il contrasto all’erosione costiera;
- Maggiore equità sociale, garantendo che le spiagge, patrimonio collettivo, siano realmente accessibili a tutti.
«Le spiagge non sono una risorsa privata, ma un bene comune. Pianificare un aumento delle spiagge libere significa non solo rispettare l’ambiente, ma anche promuovere una fruizione più equa e sostenibile per le future generazioni», conclude il Forum.