CHIETI – Domenica 26 gennaio, la trasmissione “Report” di Rai Tre ha svelato una serie di misteri e intrecci che ruotano attorno alla figura di Altair D’Arcangelo, patron del Chieti Calcio e business developer della finanziaria svizzera Wip Finance. L’inchiesta ha sollevato interrogativi sulla solidità e la trasparenza di questa società, che raccoglie capitali da investitori privati anonimi e sembra ormai avere un’influenza crescente sugli affari legati alla politica e all’economia locale.
Il cuore dell’inchiesta si concentra sul coinvolgimento di D’Arcangelo nell’acquisizione della società Visibilia, avvenuta lo scorso dicembre. Al centro della scena anche la figura della ministra Daniela Santanchè, con la quale l’imprenditore teatino ha ammesso di aver avuto più di un incontro.
Nella stessa puntata, sono emerse altre iniziative legate a D’Arcangelo, come la sponsorizzazione del Chieti Calcio tramite Virgo Cosmetics, e il progetto della “Cittadella dello sport”, un’operazione da 20 milioni di euro che prevede la riqualificazione dell’area circostante lo stadio Angelini, finanziata da una combinazione di risorse pubbliche e private, con un forte coinvolgimento della Wip Finance. Giuseppe Di Labio, presidente del Chieti Calcio, ha confermato che già «centinaia di migliaia di euro sono stati stanziati per avviare i lavori».
La puntata integrale: https://www.raiplay.it/video/2025/01/Report—Puntata-del-26012025-587fab66-d5af-4a23-9bfc-34ef05fd6406.html
La replica di D’Arcangelo sui social
«Ben consapevole dell’alta funzione del giornalismo d’inchiesta, non mi sono sottratto all’intervista del 13 gennaio nella quale sono stato collaborativo e trasparente.
Ho però rilevato l’interpolazione di notevoli “imprecisioni ed errori” circa il mio personale vissuto, che ho motivo di pensare siano strumentali a suscitare maggiori clamori e “funzionalità” nella nota vicenda giudiziaria e politica della Ministra Santanchè, unica vicenda d’interesse pubblico. Al contrario, il mio personale passato non è d’interesse alcuno, tanto più circa vicende assai risalenti e irrilevanti, da Voi enfatizzate quanto ai profili negativi.
Anche per le vicende più recenti non vi è corretta informazione, giacché non ponete in evidenza che all’oggi: non solo non c’è alcuna condanna definitiva, ma neppure – almeno a quanto ne so – il semplice “rinvio a giudizio”. Come certo sapete, l’“indagato” non è “imputato” e anche quest’ultimo è presunto innocente fino a condanna definitiva! Infine, vi è il tema della “continenza” che va osservata nel diffondere notizie sul conto altrui. Saprete bene che anche notizie vere (figuriamoci se “aggiustate”) possono costituire “diffamazione” e che quest’ultimo odioso reato può distruggere la reputazione, l’onore, la carriera, il patrimonio, la famiglia, gli affetti: insomma l’intera vita di un essere umano. Vorrete perciò uniformarvi ai ricordati principii di legalità, perché in difetto non “farò sconti” a nessuno», la replica di Altair D’Arcangelo.
