L’AQUILA – L’Istituto Penale per i Minorenni de L’Aquila, situato nel compendio demaniale “Luigi Ferrari” di via Acquasanta, è pronto a tornare in attività. La notizia è stata annunciata dalla garante dei detenuti della Regione Abruzzo, Monia Scalera, a seguito di una comunicazione ufficiale ricevuta dal Ministero della Giustizia – Dipartimento per la giustizia minorile. Questo sviluppo segna un passo importante dopo un lungo periodo di inattività.
Un Traguardo Significativo
Monia Scalera ha descritto la riapertura dell’istituto come “un traguardo significativo che giunge dopo due anni di lavoro e impegno”. Ha espresso gratitudine al senatore Guido Liris per il suo contributo nel raggiungimento di questo obiettivo. In collaborazione con l’assessore Roberto Santangelo, Scalera ha dichiarato che si attiverà affinché la riapertura avvenga nel più breve tempo possibile, completando tutte le procedure amministrative necessarie.
Funzioni dell’Istituto
L’Istituto Penale per i Minorenni accoglierà minorenni e ultradiciottenni fino a 25 anni di età. Il centro avrà il compito di garantire una serie di attività trattamentali integrate con il territorio circostante. Come specificato nella comunicazione del Ministero, l’istituto dovrà tutelare non solo il diritto alla salute dei detenuti, ma anche il diritto allo studio, fornendo percorsi di formazione e inclusione socio-lavorativa. Questi elementi sono fondamentali per facilitare il reinserimento sociale dei giovani ospiti.
Opportunità di Formazione
Scalera ha inoltre sottolineato l’importanza di utilizzare linee di finanziamento già disponibili per coinvolgere i detenuti in progetti formativi. L’obiettivo è favorire il recupero e l’integrazione dei giovani nella società, attraverso un approccio che consideri le loro esigenze e potenzialità.
La chiusura con il decreto del 2016
L’Istituto Penale per i Minorenni dell’Aquila era rimasto chiuso a causa di un decreto del Ministero della Giustizia emanato nel 2016, che ha sancito la sua chiusura nonostante fossero stati effettuati lavori per ripristinarne l’agibilità dopo i danni subiti a seguito del terremoto che ha colpito la regione. La struttura, quindi, ha vissuto un lungo periodo di inattività, durante il quale si sono accumulate incertezze e difficoltà sia per i giovani detenuti che per il personale. La chiusura ha avuto un impatto significativo non solo sui minorenni coinvolti, ma anche sul personale che operava all’interno dell’istituto, costretto a vivere anni di transizioni e incertezze riguardo al proprio futuro lavorativo.