PESCARA – Il progetto Mirò, che prevede nuove costruzioni nella zona Megalò a ridosso del fiume Pescara, torna al centro del dibattito pubblico dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato. La decisione riapre la procedura per il controverso complesso commerciale, ma le associazioni WWF Chieti-Pescara, Confcommercio, Confesercenti e CNA Chieti rinnovano con fermezza la loro opposizione.
«Al di là di quanto deciso dal Consiglio di Stato – sottolineano le organizzazioni – resta il nodo di un progetto che prevede ulteriori costruzioni in una zona nella quale non dovrebbero essercene. Gli eventi drammatici avvenuti in Emilia Romagna e a Valencia, in Spagna, con gravi perdite di vite umane, avrebbero dovuto insegnare qualcosa. Viviamo in un’epoca di cambiamenti climatici evidenti, con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Il rischio di un’alluvione disastrosa è oggi molto più concreto rispetto al passato».
Le associazioni mettono in guardia contro le potenziali conseguenze di una scelta che definiscono «sbagliata e pericolosa». Costruire in un’area così vulnerabile non solo amplificherebbe il rischio per persone e beni, ma avrebbe anche un impatto negativo sull’economia cittadina. «La pressione sull’area aumenterebbe ulteriormente, aggravando la situazione in un territorio già penalizzato dalla presenza di numerose megastrutture.»
Ora la palla passa alla ditta interessata, che dovrà presentare una nuova istanza al Comitato Regionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA). Tuttavia, WWF, Confcommercio, Confesercenti e CNA hanno già annunciato la loro intenzione di ribadire le osservazioni contrarie al progetto e di opporsi a ogni ipotesi di approvazione postuma della VIA. A tal proposito, hanno confermato l’incarico all’avvocato Francesco Paolo Febbo per valutare eventuali azioni, anche legali, in difesa degli interessi collettivi.
Le organizzazioni ribadiscono che la tutela del territorio e della sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta per ogni amministrazione. L’opposizione al progetto Mirò diventa così un simbolo di lotta contro una visione del progresso che, ignorando i rischi ambientali, compromette il futuro delle comunità locali.