di Anna Bontempo
CASALBORDINO – «Ho lasciato Azione per motivi politici». L’ex eurodeputata Daniela Aiuto spiega il suo addio al partito di Carlo Calenda a cui aveva aderito cinque anni fa, dopo la sua esperienza nel Movimento 5 stelle.
Oltre alla Aiuto hanno deciso di non rinnovare la tessera anche Emilia Cieri, segretaria del circolo di Casalbordino e il suo gruppo di attivisti casalesi. Insomma, Azione continua a perdere pezzi sul territorio. Nei mesi scorsi a lasciare incarichi di vertice era stato Nino Fuiano, ex presidente provinciale di Azione ed ex coordinatore cittadino di Vasto. Al suo posto è stato nominato il 24 giugno 2024 l’avvocato Luigi Carmine Masciulli.
«Visto che la notizia è divenuta di dominio pubblico, nonostante sulla stessa avessi mantenuto il più stretto riserbo per il rispetto di tutti, vi confermo che qualche giorno fa ho definitivamente lasciato Azione con una nota inviata al segretario regionale». Così Daniela Aiuto, in un post su Facebook, spiega la sua decisione di lasciare il partito di Calenda.
«All’interno della nota vi sono i motivi politici che mi hanno spinta a questa decisione ed essendo una mail privata, tale vorrei che rimanesse», prosegue l’ex eurodeputata, «tuttavia, una cosa voglio dirla: ho investito in questo progetto politico 5 anni della mia vita, molto più di quanto abbia trascorso in altri partiti o movimenti. Ciò nonostante, è stato molto difficile convivere con persone per le quali continuo e continuavo ad essere solo una ex di qualcos’altro. Con umiltà e a testa bassa ho sempre cercato di partecipare, costruire, supportare tutte le iniziative, nazionali e locali. E chi mi segue, ne ha avuto testimonianza. Non ho più messo la mia persona al centro del progetto, ma mi sono semplicemente messa a disposizione con il mio modesto bagaglio di competenze ed esperienze in ambito parlamentare europeo. Se vi devo fare una confessione amara, forse il rimpianto più grande è quello di essere stata sempre vista con “sospetto”. Non credo di dover aggiungere altro, perchè chi si è reso responsabile di tali atteggiamenti ne è stato più che consapevole e se il progetto politico di Azione è ormai arenato (mi pare un’evidenza lapalissiana, per quanto la cosa venga negata dall’interno) è anche per responsabilità di chi ha deciso chi doveva “crescere”, perchè funzionale al proprio piccolo e misero progetto personale, e chi invece doveva essere emarginato. Carlo Calenda ha sempre detto, sin dall’inizio, di non voler costruire l’ennesimo cespuglio politico del 3%. Ed è proprio quello che, invece, si è ridotto a fare per una serie di errori politici che non è neppure utile rivangare, ma che tutti coloro che seguono la politica conoscono perfettamente. A questi, si aggiunge una gestione del partito padronale, incapace di riconoscere gli errori e trarne le dovute conseguenze in termini di classe dirigente, incapace di mettersi in discussione, che allontana ed ha allontanato le tante, tantissime persone capaci che, sin dal primo giorno di quel novembre 2019, come me avevano investito in questo progetto. Al posto di questa base “di qualità” (ma forse non portatrice di “pacchetti di voti”) si è voluto imbarcare a tutti costi figure politiche arci-note (ed investendole di ruoli apicali) che hanno poi abbandonato la nave alla prima mareggiata (salvo, prima, garantirsi una poltrona in Parlamento). Ecco, l’ingratitudine, forse, è il peggiore dei comportamenti. La mia idea di politica è molto diversa. Lascio senza rimpianti, ma non abbandono il progetto politico di un partito liberal democratico che deve ancora concretizzarsi e che sia, davvero, scevro da personalismi. Lavorerò in tal senso, perché credo che l’Italia ne abbia bisogno. Grazie in anticipo a chi vorrà seguirmi e supportarmi in questo spinoso cammino», conclude Daniela Aiuto.