VASTO – La Legge di Bilancio 2025, approvata con la Legge 30 dicembre 2024 n. 207, conferma la proroga di Opzione Donna, il regime pensionistico anticipato dedicato alle lavoratrici. Rinnovati anche per quest’anno i requisiti introdotti nel 2023, che limitano l’accesso alla misura a una platea ristretta di beneficiarie.
I requisiti: età, contribuzione e condizioni particolari
Per poter accedere a Opzione Donna nel 2025, le lavoratrici dovranno soddisfare i seguenti requisiti entro il 31 dicembre 2024:
- 35 anni di anzianità contributiva;
- 61 anni di età anagrafica, ridotta di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.
Tuttavia, il requisito anagrafico non basta: la misura prevede ulteriori vincoli che restringono l’accesso alle lavoratrici che si trovano in una delle seguenti condizioni:
- Caregiver: assistono, da almeno sei mesi, un familiare convivente con handicap grave, oppure un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con disabilità siano impossibilitati a farlo.
- Invalidità civile: presentano una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, certificata dalle commissioni competenti.
- Crisi aziendale: sono state licenziate o lavorano presso aziende coinvolte in tavoli di crisi riconosciuti ufficialmente.
Invariate le regole per scuola e AFAM
Le stesse condizioni valgono anche per il personale del comparto scuola e AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). In questi settori, le lavoratrici interessate potranno presentare la domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2025, con effetti dall’inizio del nuovo anno scolastico o accademico.
Nessuna novità rispetto al 2024
La Legge di Bilancio non introduce modifiche rispetto all’anno precedente, lasciando invariati i “paletti” che hanno già ristretto la platea delle beneficiarie. Opzione Donna rimane quindi riservata a una categoria ben precisa di lavoratrici, come caregiver, donne con invalidità o dipendenti di aziende in crisi.
La misura, nata con l’obiettivo di favorire la flessibilità in uscita dal lavoro per le donne, si conferma anche per il 2025, ma senza ampliamenti rispetto alle categorie già previste.