VASTO – La pensione di gennaio è sempre un appuntamento sentito. Quest’anno però, complice il primo gennaio festivo, il pagamento arriverà qualche giorno in ritardo. Non il 1°, come da tradizione, ma il 3 gennaio 2025. Una data che, alla fine, non cambierà molto per i pensionati, visto che nel 2024 accadde la stessa cosa. Un giorno in più per fare i conti, aggiornare i sistemi e mettere tutto a posto.
Ma quello che interessa davvero è l’aumento. L’adeguamento all’inflazione che, a gennaio, sarà sempre una piccola boccata d’aria per i pensionati. Lo 0,8% previsto per il 2025 non è una cifra che farà gridare al miracolo, ma è comunque qualcosa. E questo è l’importante: che ci sia. E a beneficiarne saranno soprattutto i pensionati che prendono importi più bassi, fino a 4 volte il trattamento minimo. Per loro, il 0,8% sarà un aumento pieno.
Per chi ha pensioni più alte, però, la situazione cambia. L’aumento sarà più basso: 0,72% per quelli che prendono tra 2.394 e 2.993 euro al mese, e addirittura solo lo 0,6% per chi supera i 2.993 euro. Un aumento che scende man mano che la pensione cresce, un po’ come un’aspettativa che si diluisce.
Tutto questo per dire che l’inflazione si fa sentire, ma non basta a colmare le disuguaglianze tra pensioni alte e basse. Se da una parte c’è una rivalutazione che fa bene al portafoglio di chi ha meno, dall’altra c’è il peso di una disparità che non si risolve in una cifra percentuale.
Per quanto riguarda il pagamento, nessuna sorpresa: il 3 gennaio è il secondo giorno bancabile, e chi ritira la pensione in contante dovrà seguire il calendario degli uffici postali, che ormai conosciamo bene. Non c’è fretta, dunque, ma l’appuntamento è fissato, e a questo punto sappiamo già che arriverà, con quel piccolo aumento che, in fondo, non è mai troppo.