di Anna Bontempo
ABRUZZO – Sono circa sessanta le associazioni che si sono costituite parte civile nel procedimento che vede Andrea Leombruni indagato per l’uccisione dell’orsa Amarena. Tra le più rappresentative ci sono Rispetto per tutti gli animali, Lav, Lipu, Lndc, Salviamo l’orso, Rewilding Apennines e Wwf. Si è costituita parte civile anche la Regione Abruzzo e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
«Il processo ha subito una battuta d’arresto a causa di una eccezione preliminare – spiega l’avvocato Donatella Monaco che si è costituita parte civile per cinque associazioni, tra le quali Rispetto per tutti gli animali con il presidente Giancarlo De Salvo, Liberaaction e il Nucleo operativo ente tutela animali ambiente -. Infatti il procedimento non doveva essere celebrato dinanzi al Gup di Avezzano – riprende il legale vastese – perché i reati contestati devono essere trattati in udienza pre dibattimentale avanti al Tribunale. Si tratta di un tecnicismo processuale. Gli atti sono stati rimessi al pubblico ministero che dovrà procedere con la citazione diretta a giudizio. Siamo comunque soddisfatti per la partecipazione massiccia delle associazione e della Regione Abruzzo, mentre il comune di San Benedetto dei Marsi, dove si è verificata l’uccisione dell’orsa non si è costituito parte civile», conclude l’avvocato Monaco. Le associazioni chiedono che si faccia giustizia per Amarena barbaramente uccisa a colpi di fucile, nonostante non avesse mai avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani, tanto da essere diventata una sorta di simbolo per il territorio abruzzese, protagonista di numerosi video insieme ai suoi cuccioli. Le associazioni chiederanno di valutare anche il grave danno ambientale procurato dall’indagato uccidendo un’orsa in età riproduttiva, facente parte di una popolazione a rischio di estinzione, come quella dell’orso bruno marsicano.