VASTO – Un emendamento alla Legge di Bilancio intende introdurre nuove restrizioni per l’accesso alla NASpI, l’indennità di disoccupazione concessa dall’INPS a chi perde involontariamente il lavoro. L’obiettivo è contrastare i comportamenti elusivi, in cui alcuni lavoratori si dimettono o risolvono consensualmente il contratto per poter poi essere licenziati e ottenere il sussidio.
Attualmente, l’accesso alla NASpI è garantito a chi perde il lavoro per cause non imputabili alla propria volontà, purché abbia versato almeno 13 settimane di contributi. Il nuovo emendamento, però, introduce una novità: chi si è dimesso o ha risolto consensualmente il contratto di lavoro nell’anno precedente il licenziamento, senza aver maturato almeno 13 settimane di contributi, non potrà beneficiare della NASpI.
La misura è pensata per evitare che alcuni lavoratori, soprattutto quelli con occupazioni brevi, facciano ricorso a contratti di breve durata solo per maturare il diritto all’indennità di disoccupazione.
Le eccezioni alla nuova norma
L’emendamento prevede alcune eccezioni alla stretta sui requisiti. In particolare, il divieto di accesso alla NASpI non si applica in caso di:
- Dimissioni per giusta causa.
- Risoluzione consensuale del contratto nell’ambito di una procedura di conciliazione in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
- Dimissioni durante il periodo di divieto di licenziamento per motivi legati alla maternità o paternità.