VASTO – Le parole di Antonio Palermo, riportate nella sua recente lettera di commiato, non sono passate inosservate, tanto che Benedetto Mangiapane, allenatore della Pro Vasto nella primissima parte di stagione, ha ritenuto necessario rispondere e chiarire alcuni punti.
«Premetto che non amo replicare, sento il dovere di difendere la mia immagine. In merito a quanto dichiarato da Antonio Palermo, desidero fare alcune precisazioni. Dal punto di vista sportivo, non considero Palermo una persona credibile e, in più, non può essere definito un vero direttore sportivo, dato che non ha l’abilitazione necessaria per svolgere questa professione.
Ho accettato la sua chiamata solo perché credo che la piazza di Vasto sia un palcoscenico importante e una realtà blasonata. Voglio sottolineare questo punto, poiché non vorrei mai che qualcuno pensasse che io sia calcisticamente e personalmente legato alla sua figura.
Palermo mi accusa di non essere più la persona che ha conosciuto quattro anni fa, ma giudicare senza considerare le difficoltà che ho dovuto affrontare è un esercizio superficiale. La realtà è che ho attraversato mesi estremamente difficili, sia sul piano emotivo che professionale. La squadra non riceveva i rimborsi, alcuni giocatori piangevano perché non sapevano come andare avanti. Anche il capitano, Andrea Valerio, un professionista serio, non ha percepito un solo euro. Mi ha ringraziato quando l’ho lasciato andare a Lavello, dove sta facendo molto bene.
In un contesto così difficile, avrei dovuto essere esonerato alla prima giornata?
Il mio giudizio si basa esclusivamente sulle valutazioni dei calciatori, non certo su quelle di una persona come Antonio Palermo. Mi disse esplicitamente che aveva giurato sui suoi figli che non avrebbe più chiamato Pellicori, eppure, dopo il mio esonero, senza ricevere alcun compenso (come del resto in tutta la mia esperienza a Vasto), è proprio a lui che si è rivolto.
Vorrei anche ricordare che, nonostante le difficoltà economiche della società, io e Giorgio Ventrella ci siamo trovati a ricoprire il ruolo di preparatori atletici, dato che non c’erano fondi per ingaggiare altre figure professionali. Abbiamo cercato di dare una struttura di gioco alla squadra, purtroppo con risorse limitate. La squadra aveva bisogno di rinforzi, e questa necessità è ancora evidente oggi. Detto questo, non voglio in alcun modo sminuire l’impegno dei ragazzi, ai quali sono sinceramente grato per la dedizione mostrata in un contesto estremamente complicato.
L’unico vero errore è stato fatto dalla piazza, che si è circondata di persone che poco hanno a che fare con il calcio. Concludo augurando alla Pro Vasto le migliori fortune sotto la guida del nuovo tecnico, Danilo Rufini, che conosco personalmente. Spero che la squadra ritrovi la giusta strada e raggiunga categorie più adatte alla sua storia e alla sua tradizione».