CHIETI – «La UIL FPL di Chieti denuncia con forza il comportamento antisindacale della Direzione strategica della ASL, che persiste nell’ignorare le corrette relazioni sindacali. Da tempo, la UIL richiede l’adeguamento del valore del buono pasto, fermo da oltre 20 anni a 5,16 € e, insieme alle altre sigle sindacali ed RSU il riconoscimento del diritto al buono pasto per tutti i dipendenti che superino le 6 ore effettive di lavoro per turno».
Inizia così la nota di Uil Fpl in merito al mancato accordo sui buoni pasto dei lavoratori della Asl 02.
«La Direzione strategica – incalzano da Uil – ha continuato a rifiutare tale richiesta nonostante una sentenza della Corte di cassazione (sez. lav. Del 1° marzo 2021 n. 5547) ne riconoscesse il diritto. A fronte di questo immobilismo, i sindacati, ognuno per suo conto, hanno intrapreso, con i propri studi legali, centinaia di ricorsi che vedono la asl sistematicamente sconfitta, con l’aggiunta di oneri legali a carico dell’azienda con spreco di risorse economiche e professionali in quanto chiamata a rispondere quotidianamente in sede giudiziaria. Nel tentativo di arginare l’ondata di ricorsi la asl, inizialmente, si è dichiarata disposta a discutere un accordo sindacale. Tuttavia, questa disponibilità è stata rapidamente smentita da una proposta unilaterale, bypassando il confronto con le parti sociali, di un cronoprogramma che prevede un ristoro economico delle somme dovute in un arco temporale di 14 mesi (novembre
2024/dicembre 2025) per il saldo degli importi maturati dal 2020 al 2024. PROPOSTA RITENUTA COMUNQUE INADEGUATA DALLA UIL FPL».
«Di fatto, nessun atto di benevolenza da parte della Direzione asl, nessuna introduzione di misure concrete per migliorare le condizioni economiche dei dipendenti, nessun passo importante per valorizzare il lavoro quotidiano del personale, nessuna via del dialogo e del confronto per la ricerca di soluzioni condivise e concrete, come dichiara pubblicamente qualche sindacato amico, ma solo un tentativo tardivo e inefficace della Direzione Generale di porre rimedio ad una gestione vertenziale ormai sfuggita di mano», concludono infine da Uil.
le aziende che non erogano un servizio mensa e non erogano il buono pasto meriterebbero uno sciopero ad oltranza, considerato che sono completamente deducibili dal reddito del datore di lavoro. Ah ma oggi non sciopera nessuno perchè tanto non serve a niente lo sciopero! e allora il buono pasto non ve lo meritate!! la lotta paga sempre!! e le aziende continueranno a spremere i lavoratori , pure i fankazzisti che esistono tra loro…