ABRUZZO – «La recente ordinanza del Consiglio Di Stato ha fatto emergere le annose omissioni della Regione sui dati delle specie faunistiche presenti in Abruzzo nonostante sapere quali, quante e dove siano è un’attività obbligatoria sia per il Piano Faunistico Regionale che per l’ applicazione di precise norme comunitarie».
Inizia così la nota della Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS in merito allo stop alla caccia al cervo decretato dal Consiglio di Stato.
«Da decenni, con governi sia di centro sinistra che di centrodestra e se si esclude qualche intervento nelle aree protette, la Regione non ha mai impegnato risorse finanziarie e umane per conoscere in modo completo lo stato del proprio patrimonio faunistico», continuano da SOA.
Dichiara Massimo Pellegrini, ornitologo e Presidente della SOA, «Mentre anche piccole regioni come l’ Umbria utilizzando molte centinaia di migliaia di euro di fondi europei del Piano di Sviluppo Rurale “setacciano ” letteralmente tutto il territorio con ricerche faunistiche approfondite( a cui partecipano anche ornitologi abruzzesi!) in Abruzzo la Regione è riuscita a non spendere neppure un euro dei € 944.061,28 ( Misura 7.6.1.) a disposizione del Piano di Sviluppo Rurale regionale destinati ai monitoraggi faunistici e per fortuna che almeno all’interno dei parchi gli enti gestori provvedono a monitorare alcune specie. Ma non basta i dati esistenti su specie iconiche come l’ Aquila reale, Il Falco pellegrino o il Nibbio reale ed i censimenti annuali degli uccelli acquatici svernanti continuano ad essere raccolti quasi esclusivamente dai volontari delle associazioni inoltre…la Regione oltre a non contribuire in NESSUN modo ai monitoraggi “mendica” ripetutamente ad associazioni di volontari come la S.O.A. i dati per specie come il Lanario, il Nibbio reale ed altre mentre nel frattempo vengono elargiti contributi ” a pioggia” ad associazioni di ogni genere e si spendono soldi solo finalizzati alla caccia a cinghiali e cervi».
«Alle ultime recenti richieste della Regione Abruzzo la S.O.A. non ha volutamente nemmeno risposto ritenendole, a dir poco, offensive nei confronti dei tanti volontari ed ornitologi trattati come “piccoli boy scout” senza neppure un minino di riconoscimento, ci voleva proprio il Consiglio di Stato per “sturare le orecchie” alla Regione Abruzzo!», conclude infine la nota.