LANCIANO – La Rianimazione di Lanciano non chiude: questo il messaggio più importante affidato alla conferenza stampa di questa mattina, che il direttore generale della Asl, Thomas Schael, ha voluto convocare per dire una parola chiara e definitiva su questioni cruciali che riguardano l’ospedale “Renzetti”.
Erano presenti il direttore sanitario, Flavia Pirola, Emmanuele Tafuri e Umberto Benedetto, direttori rispettivamente dei dipartimenti Emergenza-urgenza e Cuore.
«Il reparto in realtà non è mai stato chiuso – ha messo subito in chiaro il direttore – ma, com’è noto, a metterci in crisi e impedirne la riattivazione a conclusione dei lavori per la rimozione dell’amianto è stato un esposto che ha denunciato le carenze strutturali dell’Utic dove, a quel punto, era inevitabile intervenire per la messa a norma. In realtà il problema era noto dal lontano 2013, così come la necessità di una riqualificazione, alla quale non si era mai dato corso per questione di fondi e forse di poca determinazione a portare avanti il progetto. Ora il problema è caduto addosso a noi, che ci siamo trovati nella condizione di dover intervenire trovando soluzioni praticabili per non sacrificare l’assistenza, sia sul fronte dell’Utic che della Rianimazione. Il nodo da sciogliere è stato proprio questo e abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per valutare tutte le strade praticabili per limitare i disagi e non creare buchi assistenziali a danno dei malati. Abbiamo quindi trovato il modo per fare coesistere entrambe rispettando la separazione dei percorsi e le condizioni di sicurezza ospitando quattro posti letto di Utic nella Rianimazione; quest’ultima ne disporrà di altri quattro, di cui due nel blocco operatorio per i pazienti che hanno subito interventi e necessità di assistenza intensiva. Una soluzione che non sacrifica alcuna attività ed è in linea con la dotazione di posti letto previsti nel Dm 70 che ne regolamenta il fabbisogno in base ai bacini di utenza. Si tratta, ovviamente, di una soluzione temporanea che ci permette di eseguire i lavori in Utic, per i quali abbiamo recuperato la vecchia procedura che era stata esperita, con l’appalto aggiudicato. Ora si tratta solo di adeguare di nuovo il progetto originario e stringere i tempi per ripristinare al più presto la condizione di normalità. L’opera richiede un investimento di circa 2.5 milioni di euro, sul quale abbiamo già ottenuto l’impegno del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e dell’assessore regionale alla salute, Nicoletta Verì, a erogare questo finanziamento aggiuntivo».
L’incontro è stato anche occasione per affrontare il tema della carenza di farmaci lamentata da alcuni pazienti, riferita al consumo personale e alla dotazione di alcuni reparti in ospedale. «Non abbiamo tagliato nulla e non mi stancherò di ripeterlo – ha detto con forza Schael – e lo dimostra il fatto che la nostra spesa farmaceutica è sempre alta. Mai potremmo negare ai pazienti le specialità medicinali di cui hanno bisogno, né paracetamolo né altri più costosi. E’ un fatto, però, che alcune molecole non sono disponibili sul mercato nazionale e internazionale, come riportato anche dal sito Internet dell’Aifa, ma anche in quel caso per fare fronte alle necessità e non lasciare scoperti i pazienti abbiamo acquistato farmaci con la stessa formulazione, ma più costosi. Altro discorso è quello che facciamo con i prescrittori, medici di medicina generale e specialisti, sul richiamo all’appropriatezza, che impone il farmaco giusto al paziente giusto, che è ben diverso dall’accusa di tagliare la spesa sulla farmaceutica. Così come trovo miserabile dover rispondere della mancanza di alcool o delle barelle in Pronto soccorso che sarebbero a rischio di caduta per i pazienti: ho mandato i tecnici a controllare, sono 18 e hanno tutti le sponde. Per quanto imbarazzante, è doveroso nel mio ruolo chiarire anche questi aspetti una volta che qualcuno per alzare la voce utilizza qualunque argomento pretestuoso. Che sicuramente non fa bene a nessuno: non aiuta a risolvere i problemi e crea sfiducia nella popolazione. Personalmente auspico di riportare nel confronto interno i temi e i nodi che di volta in volta si presenteranno, perché possiamo migliorare solo se lavoriamo insieme e non su fronti contrapposti».