di Anna Bontempo
ABRUZZO – “Accoglie l’istanza cautelare in primo grado e, per l’effetto, sospende la delibera regionale impugnata”. Il consiglio di Stato ribalta l’ordinanza cautelare del Tar Abruzzo e “salva” i 469 cervi e caprioli che la Regione vuole abbattere perché ritenuti dannosi per l’agricoltura e causa di incidenti stradali. Pronunciandosi sul ricorso promosso da Wwf, Lav, Lega antivivisezione, ETS, Lndc Animal Protection, rappresentati e difesi dagli avvocati Francesco Paolo Febbo e Michele Pezone, i giudici amministrativi di secondo grado sono giunti alle seguenti conclusioni.
“Considerato che, sia pure in esito alla sommaria deliberazione della fase cautelare”, scrivono Roberta Ravasio e Giancarlo Montedoro, “si apprezzano profili di possibile fondatezza del ricorso di primo grado che meritano adeguato approfondimento, specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio; rilevato che, quanto al periculum, che è opportuno mantenere la res adhuc integra nel tempo necessario a definire il giudizio, non senza considerare che la Regione può comunque valutare, coerentemente con la responsabilità civile sulla stessa gravante, l’adozione di misure per la prevenzione degli incidenti stradali, come l’apposizione di recinzioni e la realizzazione di attraversamenti faunistici”, sospende la delibera impugnata. Nel giudizio erano intervenuti anche Leal Odv, Oipa Odv, Leidaa Ets, rappresentati e difesi dall’avvocato Giada Bernardi. Secondo le associazioni firmatarie del ricorso “la caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, in favore della lobby venatoria”.
Ora i cervi sono salvi e possono continuare a vivere nel loro habitat. Sono salvi anche i BAMBI tanto amati dai bambini.