VASTO – In questa domenica 10 novembre, Don Domenico Spagnoli, che ci invita a fermarci a riflettere sul Vangelo di oggi e sul tema degli ”sguardi”, quelli che cerchiamo, quelli che riceviamo e quelli che dovremmo davvero desiderare.
Gesù nel Vangelo ci mette in guardia contro l’atteggiamento degli scribi e dei farisei, che amano mostrarsi agli altri, desiderosi di ricevere ammirazione e di essere riconosciuti. Questi personaggi, amanti delle lunghe preghiere e delle apparenze, sono il simbolo di chi si nutre degli sguardi degli altri, un modo di vivere che si basa sull’approvazione esterna, su un piacere che, però, è vuoto e privo di vera fecondità. Don Domenico ci esorta a guardare con attenzione questo insegnamento: «Bisogna guardarsi dal seguire degli esempi sbagliati, da chi si nutre della vanità e dipende dal giudizio degli altri», un atteggiamento che può trasformarsi in una vera e propria ”malattia” dell’anima, che rischiamo di alimentare quotidianamente.
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci offre anche un esempio positivo: la vedova povera che, nel tempio, getta nel cofanetto delle offerte due piccole monete, ma che per lei sono tutto ciò che ha. Questo gesto, che agli occhi degli altri potrebbe sembrare insignificante, è in realtà un atto di grande fede e generosità. «Quella vedova ha dato tutto, ha dato la sua vita», commenta Gesù. Non si è preoccupata di apparire, di farsi notare; ha solo dato tutto ciò che aveva, in piena fiducia in Dio, sapendo che quello che stava facendo non era per ricevere gloria o approvazione da parte degli uomini, ma un atto di abbandono e di fede in Colui che è la sua vera Provvidenza.
Don Domenico ci invita a riflettere su quale sia la nostra strada: «Noi da che parte stiamo? Come stiamo portando avanti la nostra vita? Abbiamo un cuore che sa essere generoso, che sa affidarsi a Dio, che sa condividere, o siamo chiusi in noi stessi, sempre alla ricerca dell’approvazione degli altri?» La vera domanda è se siamo disposti a vivere in modo autentico, lontano dalla dipendenza dalle opinioni altrui, per affidarci al bene che proviene da Dio e dal nostro cuore.
Gli scribi e i farisei, simbolo delle apparenze, «si nascondono in ciascuno di noi», ci avverte Don Domenico. Ogni giorno dobbiamo combattere contro la tentazione di cedere alla vanità, alla ricerca di un riconoscimento che non porta frutto. La vera forza, invece, la troviamo in Dio, che si è fatto piccolo, povero e ultimo, che esalta la generosità discreta e umile della vedova.
Nel gesto della vedova, infatti, non c’è ricerca di sguardi altrui, ma una donazione autentica, un atto di fede che non chiede riconoscimenti. È questo il tipo di vita che Gesù ci chiede di seguire, una vita che non cerca la visibilità, ma che è guidata dalla sincerità e dall’umiltà. «Impariamo a fare il bene nel nascondimento con semplicità, cercando ogni giorno quell’amore che cresce, che lascia traccia nei cuori degli altri nell’umiltà e nel dono sincero e generoso.»
Questa è la strada che Don Domenico ci invita a percorrere in questa domenica, un cammino che ci chiede di riflettere sulle nostre motivazioni più profonde, sui nostri desideri di visibilità e su ciò che davvero ci rende felici. La felicità, infatti, non viene dal piacere degli altri, ma dalla pace che si trova nel cuore di chi vive secondo la volontà di Dio, facendo del bene senza cercare altro che il suo sguardo di approvazione.
Buona domenica a tutti.