Si è aperta nel pomeriggio di ieri, nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos a Vasto, la tavola rotonda sulla Via Verde organizzata da Confesercenti e Cia.
Sono diversi gli ospiti istituzionali che hanno partecipato all’incontro, aperto dal direttore di Confesercenti del Vastese Patrizio Lapenna che ha tracciato una panoramica di tutti i punti e le problematiche riguardanti l’infrastruttura turistiche che ricalca l’ex tracciato ferroviario.
Successivamente è stato il turno dell’assessore all’ambiente del Comune di Vasto Gabriele Barisano, che dopo aver portato i saluti istituzionali del sindaco e presidente della provincia di Chieti Francesco Menna, ha dichiarato: «La Via Verde è una infrastruttura strategica per il territorio su cui insiste e per tutta la regione Abruzzo, ma solo tra 30 anni sapremo se siamo stati bravi o cattivi amministratori. La necessità, ora, è capire dove vogliamo andare e possiamo farlo solo armonizzando i vari strumenti che abbiamo a disposizione e le varie problematiche che riguardano l’infrastruttura. Nel territorio di Vasto il Comune sta ragionando su come sviluppare la costa in relazione ad un turismo diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati fino a qualche anno fa. Già oggi i dati dimostrano che la Via Verde è uno dei maggiori brand di promozione turistica territoriale e la Regione lo utilizza in molte occasioni per attrarre visitatori in Abruzzo. Permangono però alcune criticità che spesso vengono taciute: i turisti sono convinti che il tracciato sia concluso, ma in realtà sappiamo che non è assolutamente così, e questa non è una buona pubblicità per il nostro territorio. A Casalbordino, Vasto e Fossacesia ci sono ancora punti critici che non sono stati completati e che si posizionano al centro del problema. Questa infrastrutture ha bisogno dell’unione di tutti i colori politici, mettendo da parte i particolarismi. Lo sviluppo dell’arteria ciclo-pedonale varia da comune a comune e dobbiamo essere bravi ad armonizzare il tutto. Bisogna trovare risorse esterne, visto che la Provincia non in grado di sostenere lo sforzo economico per collegare tutto il tracciato o recuperare le stazione ferroviarie. È proprio qui che la Regione ci deve dare una mano».
Subito dopo è intervenuto il direttore Cia Alfonso Ottaviano, che ha fatto sapere: «Prima di parlare di agricoltura facciamo qualche passo indietro, analizzando la situazione attuale della Via Verde. Dovremmo sapere dove vogliamo arrivare, ma fino ad oggi cosa abbiamo fatto? Non solo in termini strutturali, ma cosa abbiamo prodotto in termini turistici ed economici? Bisogna analizzare i dati per capire: la Via Verde è un punto fondamentale dell’attrazione turistica abruzzese ed insiste su un pezzo di costa importante da salvaguardare ad ogni costo, ma serve un obiettivo comune per capire cosa vogliamo realizzare. Fino ad oggi abbiamo promosso ovunque la Via Verde, sono ormai alcuni anni che portiamo iniziative e sfruttiamo il brand, ma in realtà non ci siamo concentrati sui problemi reali. In tutto questo il settore agricolo e turistico vanno a braccetto, fanno da collante per uno sviluppo sempre più ampio, che cerca di offrire e coniugare intrattenimento ed enogastronomia. Abbiamo delle vere e proprie eccellenze e l’economia che gira intorno al settore agricolo che va salvaguardata e promossa per permettere lo sviluppo turistico conseguente. La Via Verde è la sintesi di tutto questo, una grande opportunità e al tempo stesso un impegno che ogni parte deve assumersi. Bisogna fare scelte strategiche in grado di portarci oltre, dobbiamo rendere la Via Verde quella per cui in questi anni si è fatto tanto, così come la avevamo immaginata».
È stato poi il turno di Lido Legnini, direttore Confesercenti Chieti, che ha dichiarato: «Questo incontro è stato pensato per confrontarsi e cercare di tirare fuori argomenti che spesso non emergono in sede istituzionale. Gli operatori chiedono il completamente del tracciato ed è il primo punto su cui ci si deve concentrare, è il presupposto che sta alla base di tutti i nostri discorsi. Dal mio punto di vista, questo tema si collega direttamente ad una delle principali problematiche del tracciato: la sicurezza dei ciclisti. È necessario trovate soluzione per ciclisti obbligati a percorrere SS16 a causa dei tratti non completati. Abbiamo più volte sollevato il problema con la Provincia e con Anas senza ottenere risposta, in particolare il tratto di Lago Dragoni, rappresenta un vero è proprio pericolo, visto che la statale in quel punto è stretta e percorsa da camion, mezzi pensati e automobili che procedono ad alta velocità. Manca ancora una idea chiara su come organizzare la statale, specialmente durante stagione estiva, quando il tutto diventa ancora più problematico. Come Confesercenti crediamo che la Costa dei Trabocchi e la Via Verde potranno essere grandi destinazioni turistiche, ma solo se si tutelano le caratteristiche intrinseche del territorio. Paesaggio, mare e natura vanno tutelati a tutti i costi se vogliamo fare turismo. I nodi della questione sono molteplici, recupero delle stazioni, punti di aggregazione dei servizi, infopoint, alberghi bici dovrebbero essere al centro dell’attenzione e invece i passi in questa direzione sono ancora troppo timidi. Pensare che ci siano risorse pubbliche a disposizione è ridicolo, abbiamo bisogno di investimenti privati per ristrutturazione le ex stazioni e l’iter va regolamentato e razionalizzato. Non possiamo pensare che tutto rimanga così, dobbiamo progettare per rendere tutta l’area funzionale. Resta, per ultimo, il nodo dell’ente gestore, a mio avviso necessario per fornire i servizi essenziali. Abbiamo bisogno di unione, creando un soggetto unico, lasciando la gestione alla Provincia o ai singoli comuni il risultato non può essere positivo».
L’intervento successivo è stato quello del presidente di Fiba-Confesercenti Giuseppe Susi, che ha portato la voce dei balneatori: «La Via Verde Ortona-San Salvo, tanto decantata e venduta in ogni dove, semplicemente non esiste, non c’è. E non c’è nemmeno l’intenzione di risolvere la situazione. Sono stati stanziati 11 milioni per la difesa della costa e di questi solo 1,7 milioni sono stati destinati al tratto di Lago Dragoni. Continuiamo a ripetere che il progetto è importante, ma le risorse non vengono erogate. Qui c’è un problema da risolvere immediatamente, il tratto di Lago Dragoni va sistemato oppure bisogna cominciare a dire ai turisti che il tratto è pericoloso, bisogna essere onesti. Dobbiamo prendere decisione, perché rischiamo di trovarci con dei morti sulla coscienza. Io ho il dovere di essere onesto con i turisti che arrivano nella zona, non possiamo raccontare che il tracciato sia un grande esempio di infrastruttura per il cicloturismo quando poi mancano, oltre ai servizi fondamentali, le condizioni minime di sicurezza».
In seguito è intervenuto il sindaco di Rocca San Giovanni, Fabio Caravaggio, che ha fatto sapere: “Il convengo ci chiama a fare il punto sulla Via Verde e vorrei fare il punto sul mio comune. Purtroppo quando parliamo dell’argomento dobbiamo considerare le due facce della medaglia. Ricordo che dal 2007, quando la ferrovia è stata dismessa, per molti anni a seguire la pista è stata terra di nessuno e sono stati fatti tanti nell’ultimo decennio per recuperarla. Anche i trabocchi, nel 1999 erano quasi scomparsi e abbandonati, poi si è pensato di trasformarli in piccole attività di ristorazione e questo è l’esempio che dobbiamo seguire per la Via Verde. Molto è stato fatto e dobbiamo essere fieri, c’è necessità di scrollarsi di dosso negatività e pensare positivamente per lo sviluppo del brand. Ma ci sono anche aspetti negativi, per esempio Rocca San Giovanni quest’estate è stata martoriata dal problema chioschi: non è stato possibile aprire tanti piccoli punti di servizio ai turisti e ai ciclisti a causa di problemi normativi e questo è stato un danno per la Via Verde. L’obiettivo, secondo me, è quello di andare verso la destagionalizzazione, dobbiamo avere possibilità di accogliere concretamente i turisti, tutto l’anno, e non solo per due mesi d’estate. Il problema di fondo sono le norme, che vanno adeguate e razionalizzate per permettere di favorire i nostri imprenditori».
È stato poi il turno di Enrico Di Giuseppantonio, sindaco di Fossacesia, che dopo aver ricostruito l’iter che ha portato alla creazione della Via Verde ha commentato: “C’è bisogno di definire concretamente l’aspetto economico legato alla Via Verde. Lasciarsi prendere dall’egoismo locale significa impoverire tutto il territorio. La proposta del mio Comune è quella di prendere in mano situazione e riunire tutti gli attori coinvolti per trovare una conclusione concreta. Bisogna trovare una quadra per far convivere la parte economica e turistica con quella della bellezza paesaggistica. Dobbiamo costruire una convenzione tra Provincia e Comuni per capire a chi spetta la pianificazione e tutto il resto: solo così c’è speranza per il futuro dell’infrastruttura».
L’incontro è stato poi chiuso da Gabriele Barisano, che ha fatto il punto, concludendo: «Per sviluppare definitivamente la Via Verde bisogna avere la capacità di trovare un obiettivo comune, che attualmente ancora manca. Ci sono interessi, tutti legittimi, ma che portano visioni diverse. Manca una comunanza di intenti e chi amministra ha compito di coniugare tutte le visioni, so che è un obiettivo ambizioso, ma il punto fondamentale è coniugare l’interesse economico con quello naturalistico e paesaggistico. I soldi scarseggiano, e attualmente stiamo vendendo un prodotto che c’è, ma è ancora a pezzi. Abbiamo responsabilità di terminare la pista e concentrare i nostri sforzi su questo obiettivo fondamentale. Tutto il resto viene dopo, bisogna essere realisti sulle capacità che abbiamo e che riusciamo a mettere in campo».