LANCIANO – Marco Di Nardo, in arte DINÏZ, musicista e co-fondatore dei Management, ha annunciato l’uscita del suo primo album solista, previsto tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Dopo una pausa dalla band principale, Di Nardo ha deciso di esplorare nuovi orizzonti musicali, dedicandosi a un progetto personale che lo vede impegnato su più fronti.
«Essendo in pausa con i Management (stiamo lavorando al nuovo disco nel frattempo), io e il mio socio fraterno, Luca Romagnoli, ci siamo dedicati ai nostri progetti solisti, per dare spazio alle nostre esigenze artistiche e confrontarci con nuove realtà» spiega DINÏZ, che descrive questo periodo come un’opportunità per uscire dalla propria “comfort zone”.
«Nello specifico DINÏZ è il mio progetto solista e, a cavallo tra la fine di quest’anno e gli inizi del 2025, pubblicherò il mio primo album (di cui ancora devo svelarne il titolo) distribuito dalla MGM Distribution e che ha come sottotitolo “Soundtracks for a film”, poiché i brani che usciranno sono varie tracce che nel mio cervello formano un unico film, il mio film mentale. Il disco è interamente autoprodotto nel mio home studio, a partire dalle musiche, mi sono occupato della scrittura, registrazione, esecuzione, produzione, missaggio, mastering, fino alla cura degli artwork, copertine, grafiche, contenuti video. E questo è un aspetto voluto, poiché volevo fosse una creazione a 360° totalmente personale, marcia, sghemba, folle, introversa, sincera, mia. Si tratta di un lavoro strumentale con beats di stampo prettamente lo-fi analogico, anche se in realtà sono presenti dei testi, ma ben nascosti all’interno delle tracce che, pur avendo vita propria, unendoli formano il testo unico finale del disco, come fosse una lunga canzone con i suoi stati d’animo e sbalzi d’umore».
Il 15 ottobre è uscita la prima anteprima del disco, “Online (INTRO)”, seguita il 18 ottobre dal singolo “PLAY”.
«Da qui ha inizio questo intricato viaggio, fatto di emozioni contrastanti, drammi esistenziali ed esperienze di vita vissuta in provincia, che provincia non è, dove a farla da padrone sono la staticità, l’insoddisfazione, la noia, l’apatia, la malinconia, ma anche un senso di rivalsa e la fame/urgenza di espressione artistica come valvola di sfogo e perché no di salvezza. In “PLAY” l’interlocutore, che sarei io, immagina di essere un narratore di un podcast notturno di una radio, “Radio Pulp”. Dopo un breve saluto al microfono, invita l’ascoltatore a prenderlo per mano e a seguirlo nel suo mondo. Così schiaccia il tasto Play ed improvvisamente incomincia questo percorso senza meta, ritrovandosi subito catapultati, immobili, in un parcogiochi, che rappresenta se vogliamo la metafora della propria vita, una vita stupendamente triste. Poi la storia continuerà, ma lo scoprirete nelle prossime puntate».
Con un disco totalmente autoprodotto e una concezione artistica che abbraccia ogni sfaccettatura dell’espressione creativa, Di Nardo esorta gli ascoltatori a intraprendere un viaggio di importante intensità emotiva, in cui la musica si erge a sublime veicolo di espressione e redenzione. L’attesa per l’imminente debutto del suo primo album si fa sempre più palpabile, mentre ci si prepara ad immergersi nel “film mentale” plasmato con maestria dall’artista.
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