MAGAZINE – Spesso si sente parlare di lascito testamentario, ma di cosa si tratta esattamente? Tecnicamente si tratta di una disposizione patrimoniale mortis causa a titolo particolare (ovvero un legato) mediante la quale il testatore può beneficiare una persona fisica oppure una persona giuridica, come ad esempio un ente no profit.
Chiaramente per prevedere un lascito testamentario è necessario redigere un testamento. È grazie ad esso, infatti, che una persona può gestire tutto o una parte del proprio patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere.
Le varie forme di testamento
Dopo aver chiarito che cosa vuol dire lascito testamentario olografo è necessario chiarire come farlo concretamente. Ebbene, come anticipato, il lascito testamentario, come il nome stesso suggerisce, è contenuto all’interno di un testamento.
Nel nostro ordinamento giuridico esistono diverse forme di testamento. Si parla di lascito testamentario olografo ad esempio, quando il lascito è contenuto all’interno di un testamento olografo, ovvero, il testamento che viene scritto, datato e sottoscritto direttamente dal testatore in autonomia.
Esiste poi un’altra tipologia di testamento, quello cosiddetto pubblico. Quest’ultimo, diverso dal primo solo nella forma e nelle modalità di redazione, viene compilato da un pubblico ufficiale (un notaio) e non dal testatore. Dal punto di vista del lascito, tuttavia, non cambia nulla: quello olografo ha il medesimo effetto del lascito contenuto nel testamento pubblico.
Infine, c’è anche il testamento segreto, una sorta di mix tra testamento pubblico e olografo. In poche parole, viene redatta una scheda testamentaria sigillata in una busta la quale viene consegnata a un Notaio alla presenza di due testimoni. Anche in questo caso è possibile prevedere al suo interno un lascito testamentario a favore di un ente no profit.
Perché fare un lascito testamentario?
Ci sono molte ragioni per cui è consigliabile includere un lascito nel proprio testamento olografo. Per prima cosa è bene sapere che questa scelta consente di sostenere le attività di enti benefici senza compromettere la quota di legittima spettante ai legittimari, cioè quella parte del patrimonio riservata per legge ai familiari stretti.
In questo modo, si ha la possibilità di fare del bene e contribuire a cause significative anche dopo la propria scomparsa senza ledere ai propri cari. Inoltre, redigere un testamento olografo permette di esprimere chiaramente le proprie volontà, assicurandosi che vengano rispettate. La chiarezza delle intenzioni evita conflitti tra eredi e consente di destinare i propri beni in modo mirato.
In poche parole, un lascito testamentario rappresenta un gesto concreto di solidarietà e impegno sociale, garantendo che le proprie risorse vengano utilizzate per sostenere iniziative che riflettono i propri valori e ideali.
A chi destinare il lascito?
Come spiegato, un lascito testamentario offre l’opportunità di sostenere diverse associazioni no profit, ma è fondamentale informarsi con attenzione per prendere una decisione consapevole in modo da non commettere errori.
Per prima cosa, è consigliabile esaminare le attività svolte dagli enti beneficiari negli anni precedenti, in modo da valutare la loro efficienza e serietà. Questo permette di comprendere come ogni organizzazione ha utilizzato i fondi ricevuti e quali risultati ha ottenuto nel perseguire i propri obiettivi.
Controllare la trasparenza e la responsabilità dell’associazione, infatti, è cruciale per assicurarsi che il proprio lascito venga impiegato in modo efficace. Un ente che dimostra di avere una gestione chiara e risultati tangibili è più probabile che utilizzi le risorse in modo mirato, realizzando progetti significativi. Inoltre, è bene informarsi sulla missione e sulla visione dell’associazione: ciò aiuta a verificare che i propri valori siano allineati con quelli dell’ente.
Ad ogni modo, indipendentemente dalla scelta, bisogna ricordarsi di inserire il codice fiscale dell’associazione all’interno del testamento.