ABRUZZO – «Strano modo, da parte di Marsilio e del suo esecutivo, di dimostrare attenzione al futuro di un Ente operativo come l’Arap, se in Giunta si procede a un vero e proprio commissariamento al solo scopo di moltiplicare e spartire le poltrone, esautorando, nei fatti, il ruolo del Consiglio regionale e, in particolare, delle opposizioni. Nulla di nuovo, tranne i 30 milioni di debiti che porta l’annunciato processo di fusione con il Consorzio per lo Sviluppo Industriale dell’Area Chieti-Pescara. In sostanza, la Giunta e in particolare l’Assessore Magnacca, propongono un “aziendicidio” per l’Arap, pur di spartire cariche, posizioni e le decine di milioni di euro dei vari fondi messi a disposizione a partire dagli Fsc, con una mossa studiata ad arte per bypassare il Consiglio, a cui lo statuto demanda le competenze di individuare gli amministratori dell’Azienda. Un’azione incauta la cui legittimità va verificata: c’è un disegno di legge regionale? Cosa dice? Rispetta lo Statuto? I Commissari sono già operativi oppure no, come ritengo, in quanto devono aspettare che la proposta diventi legge? Che iter ha avuto o avrà? Chi l’ha pensata e perché? Che effetti avrà, poi, sulla gara in corso per la cessione del 49% di ARAP Servizi? Ragionevoli dubbi, perché quella che per l’assessora Magnacca e il presidente Marsilio dovrebbe essere la chiave di volta del rilancio di tutto il settore delle attività produttive, potrebbe invece finire col diventare un’azione sconsiderata, con il conseguente rischio che la Regione, che non ha stanziato fondi sull’ammodernamento, farà chiudere i servizi», commenta il capogruppo consiliare Pd Silvio Paolucci.
«Altro che rilancio delle attività produttive – rilancia Paolucci – poi, nella galleria delle stranezze, oltre all’essersi ricordati dello spoil system ben dopo i 180 giorni dall’elezione, scattati il 7 ottobre scorso e ammesso che sia applicabile in questo caso, c’è il fatto che altre Aziende, palesemente in affanno per via di una governance inefficace e anche inefficiente come confermano i bilanci e i pesanti disavanzi prodotti, parliamo di Asl e Ater, non vedranno l’ombra di un cambiamento, come a dire due pesi e due misure. O piuttosto, l’unico filo conduttore è che quello che le nomine le decidono tutte loro, sia quelle di Giunta sia quelle di Consiglio, il merito delle questioni viene dopo, o poco conta».