MAGAZINE – Il Bonus Psicologo è una delle misure più innovative introdotta in Italia per rispondere a un bisogno di cure psicologiche sempre più evidente. Lo spartiacque nella consapevolezza sia dei cittadini sia dello stato è stata la pandemia da Covid-19. L’aumento però dei disturbi psicologici era in atto già in precedenza, alimentato da una società sempre più concentrata sul successo a tutti i costi. Il Bonus Psicologo è stato introdotto nel 2022 dal Governo Draghi con il Decreto Milleproroghe e da quel momento è stato rifinanziato tutti gli anni. Dalla Legge di Bilancio 2023 è diventato inoltre strutturale e quindi rifinanziabile ogni anno, ma ci sono state delle differenze, soprattutto sul budget destinato a questa agevolazione. In questa breve guida al contributo forniamo tutte le informazioni utili per accedere al Bonus Psicologo, con particolare attenzione ai dati che caratterizzano questo settore e alle prospettive per il 2025.
Bonus Psicologo: cos’è
Il bonus psicologo è un contributo pensato per le persone che presentano una fragilità mentale o che soffrono di disturbi psicologici. Serve a sostenere le spese per le sessioni di psicoterapia e viene concesso in base all’ISEE. Stando ai dati dell’Inps pubblicati a settembre, nel 2024 sono state inoltrate oltre 400.000 domande per il bonus psicologo, ma quelle accolte sono solo 3.325. Il beneficio viene riconosciuto una volta all’anno per un totale massimo di 1.500 euro a persona. Il contributo economico viene erogato a scalare in base all’Isee del contribuente, che, per richiedere il bonus non deve superare i 50.000 euro. Il bonus massimo (1.500 euro) è erogato solo a chi ha un Isee inferiore a 15 mila euro. Chi ha un Isee compreso tra i 15.000 e i 30.000 euro riceve 1.000 euro e chi ha un Isee tra 30.000 e 50.000 euro ha un contributo di 500 euro.
Bonus Psicologo: come presentare la domanda
La domanda per il bonus psicologo va inoltrata all’Inps in modalità telematica. In base a ciò che viene stabilito nei decreti attuativi della legge che regola il contributo, si apre una finestra temporale per l’invio delle domande. Dopo aver raccolto e vagliato tutte le richieste, l’Inps realizza le graduatorie, in base all’ISEE come primo valore e, in caso di parità di ISEE, si passa all’ordine cronologico di presentazione della domanda. Se la domanda è accolta viene indicato l’importo del beneficio e il codice univoco associato al richiedente che lo dovrà comunicare durante la sessione di psicoterapia al professionista selezionato che ha dato disponibilità. Per ogni sessione vengono scalare 50€.
Bonus Psicologo: le prospettive per il 2025
Per il 2025, secondo quanto dichiarato dal ministro della salute Orazio Schillaci, si prevede un rifinanziamento di 10 milioni di euro per il Bonus Psicologo, un’operazione che rientra in una più ampia riorganizzazione dei finanziamenti alla Sanità, sempre in calo negli ultimi anni e indietro rispetto ad altri paesi d’Europa. Considerato il numero delle domande 2024, l’importo stanziato non sarà sufficiente a coprire le richieste e si apre inoltre il dibattito sull’importanza di garantire assistenza alle persone che hanno delle difficoltà psicologiche senza ricorrere solo a bonus. I dati del resto parlano chiaro: una recente infografica dell’Unicusano sulla salute mentale spiega in maniera inequivocabile che quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza. In Italia sono 16 milioni i cittadini che lamentano un disagio psicologico (nel 2022 erano 12,96 milioni) e tra le sensazioni più diffuse ci sono sbalzi d’umore (60%), insonnia (59%), sintomi depressivi (58,9%) crisi di panico (38%). A differenza di quanto accade in altri paesi, in cui la sofferenza psicologica è principalmente di tipo personale, in Italia dipende dal lavoro. Il 76% dei lavoratori ha manifestato stanchezza, insonnia, ansia e stress. E tutto questo ricade sulla produttività e sul benessere generale. A tal proposito, le associazioni di categoria, come il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (CNOP), preme per avere non solo maggiore attenzione ma anche un’organizzazione per la salute mentale più efficace. Nel nostro paese il finanziamento pubblico alla Sanità langue, con il 6,2% del Pil, a fronte di una media Ocse del 6,9% e una media europea del 6,8%. Come spesa pro-capite per la salute l’Italia è al 16esimo posto in Europa e ultima tra i paesi del G7. Si deve dunque partire da un riassetto della spesa sulla Sanità che tenga conto certo di questi nuovi bisogni, come il benessere mentale, ma che possa essere efficace per tutti i contribuenti senza convogliare risorse solo a interventi emergenziali, come i bonus.