di Anna Bontempo
SAN SALVO – Sì alla (ri)trasformazione del Civeta in azienda speciale consortile, ma sull’emendamento presentato dalla maggioranza, teso ad abrogare la figura del direttore generale prevista nello Statuto, la minoranza ha abbandonato l’aula. Le motivazioni ci vengono spiegate dal capo dell’opposizione consiliare Fabio Travaglini.
«Ieri credo che siano successe delle cose surreali nell’aula consiliare del comune di San Salvo. È ritornato il punto all’ordine del giorno della ritrasformazione del Civeta di Cupello per un motivo tecnico: non perdere i fondi del Pnrr. La modifica dello Statuto è stata oggetto di un emendamento della maggioranza che, sostanzialmente, noi abbiamo ricondotto ad un regolamento di conti interno al centrodestra di questo territorio sulla figura del direttore generale. Noi ci siamo attenuti al testo, perché è quello che fa un consigliere comunale, e riteniamo che non si può, per colpire questa o quella persona, per regolarsi su una carica in più o in meno, stravolgere uno Statuto e andare a modificare le regole di una azienda. Per cui abbiamo abbandonato l’aula perché non ci stiamo alla strumentalizzazione del consiglio comunale e a dei sotterfugi per nascondere il reale problema politico, che non andava trattato in consiglio comunale, ma nell’assemblea del Civeta. C’è un consiglio di amministrazione che esprimeva fino a ieri, prima delle dimissioni, anche un componente di San Salvo di riferimento dell’amministrazione De Nicolis, che si è dimesso soltanto dopo aver saputo il nome uscito sulla stampa del direttore generale. Ebbene, io credo che come minoranza dobbiamo dare un segnale di serietà, perché riteniamo che il consiglio comunale sia l’organismo principale dove si discute. Su quel punto io ho chiesto ai colleghi della minoranza, che hanno accolto la mia proposta, di abbandonare l’aula. Non possiamo partecipare ad una votazione che nasconde altro, che non ci appartiene. Se vogliamo parlare di strategia, di visione di un ente che oggi ha quasi un milione di euro di debiti che ricade sulle tasche dei cittadini, allora ci vedranno pronti a collaborare. La figura del direttore generale in una azienda è sempre utile, poi ci stiamo a discutere sulla opportunità o meno di uno stipendio in un ente indebitato. Ma allora non sarebbe utile neanche il compenso al consigliere del Cda, allora sarebbe utile tagliare anche altre spese. Facciamo un’analisi delle spese, verifichiamo le efficienze e le inefficienze, ma lo Statuto che regola la vita di un ente per sempre non può essere modificato andando contro legge».