PESCARA – Nella Casa circondariale di Pescara si è verificato un episodio di violenza che ha coinvolto un detenuto, suscitando preoccupazione tra il personale di polizia penitenziaria. In nota, le parole del segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Giovanni Scarciolla.
«Una situazione tanto pericolosa quanto assurda», sottolinea Scarciolla. «Nella mattinata del 27/09/2024, un detenuto di origine magrebina ha dato in escandescenza, tentando di superare il cancello di primo ingresso dell’istituto penitenziario pescarese, inizialmente strattonando con violenza un agente di polizia penitenziaria e successivamente sferrando due pugni in pieno volto ad un altro agente. Tempestivo l’intervento degli altri agenti di polizia presenti che, con professionalità e prontezza, hanno bloccato il detenuto affinché la situazione non degenerasse, ripristinando l’ordine e la sicurezza nel carcere di San Donato. Gli agenti coinvolti, inviati presso il nosocomio cittadino pescarese, hanno riportato traumi per un totale di 23 giorni di prognosi. A loro esprimo la solidarietà del SAPPE e auguriamo una pronta guarigione».
«L’istituto penitenziario di Pescara è allo sbando totale», conclude il sindacalista, «a causa del sovraffollamento della popolazione detenuta oltre la capienza effettiva e della carenza di posti letto presenti nelle celle che, in molti casi, vengono adattate a vere e proprie camere di pernottamento e stanze di detenzione prive di servizi igienici». Il Segretario regionale del SAPPE, Giuseppe Ninu, denuncia: «Una situazione davvero drammatica, dove il rapporto sulla gestione quotidiana è di un agente per 80/100 detenuti. Nella peggiore delle ipotesi, è impossibile da gestire, con eventi di questo genere sempre più frequenti e difficili da controllare per la forte carenza di personale operante all’interno dell’istituto. Ci auspichiamo un doveroso intervento da parte dei vertici istituzionali affinché si possa ritornare a operare in maniera decente all’interno della struttura pescarese, evitando questo tipo di situazioni spiacevoli e pericolose per tutto il personale penitenziario».
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi contusi, «la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetti ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli! Il grave evento critico di Pescara, peraltro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari».
Il segretario generale del SAPPE annuncia che «il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti, reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumenti adeguati per la propria difesa».