CHIETI – Nei giorni scorsi, sono state notificate altre due “INTERDITTIVE ANTIMAFIA”, firmate dal Prefetto di Chieti, Mario Della Cioppa, nei riguardi di altrettanti soggetti che presentano i requisiti previsti dalla normativa, in particolare, agli artt. 87 e segg. del decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011, cd. Codice Antimafia.
Si tratta del risultato delle attività istruttorie, già a suo tempo preventivate e programmate, che si aggiungono alle “interdittive antimafia”, già emesse, fra la fine del 2023 ed inizio dell’anno in corso, dalla Prefettura di Chieti, a seguito di un imponente attività di accertamento, posta in essere nel giro di pochi mesi, che la stessa ha condotto in provincia e la cui progettazione era stata preannunciata dal Prefetto Della Cioppa, fin dall’atto del proprio insediamento, con una specifica progettualità operativa finalizzata a prevenire tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto sociale della provincia teatina. Per tale specifico scopo, come si ricorderà, fu costituito a gennaio 2023, con decreto del Prefetto, un Gruppo di Lavoro, denominato anche Task Force di analisi sulle infiltrazioni criminali nel tessuto socio economico della Provincia di Chieti, composto dai Referenti qualificati delle Forze di Polizia, designati dal Questore e dai Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
I compiti demandati al Gruppo di Lavoro sono quelli di evidenziare/individuare/risaltare soggetti, sia persone fisiche che rappresentanti di società, direttamente o indirettamente collegati alla criminalità di ogni tipo che, eludendo, anche attraverso prestanomi compiacenti, la normativa, potessero essere destinatari di misure di legge quali: interdittive antimafia del Prefetto e Misure di Prevenzione personali e patrimoniali del che sono proposte dal Questore o dal Procuratore della Repubblica ed emesse dal Tribunale. In tal senso, la suddetta Task Force Interforze ha continuato a “setacciare” il territorio provinciale, alla ricerca di situazioni sospette, su cui indirizzare le attività di analisi e verifica, a livello provinciale, con particolare riferimento alla zona del vastese e di San Salvo.
Sono stati, così, individuati ulteriori target che sono stati sottoposti ad approfonditi accertamenti, in base alle risultanze informative emerse, sia in sede di analisi di gruppo che dai dati in possesso da ciascuna forza di polizia o dalla stessa Prefettura. I numerosi accertamenti effettuati dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza hanno evidenziato altre due posizioni (soggetti/società) oltre le cinque gia “colpite” da Interdittive ad inizio anno. Anche nei riguardi delle citate ultime due il Prefetto ha emesso altrettante misure interdittive all’esito di un contradditorio che ha visto l’utilizzo della procedura partecipativa degli interessati per dar modo loro di fornire eventuali chiarimenti.
Le interdittive hanno riguardato due realtà imprenditoriali. La prima, una società di Vasto avente ad oggetto attività di concessionaria di autoveicoli, i cui soci presentano un articolato e grave quadro di precedenti penali e di polizia ed una chiara interconnessione relazionale con appartenenti a gruppi criminali calabresi. Infatti, gli accertamenti hanno permesso di rilevare che sia la rappresentante legale, cittadina di origine russa, che il marito/dipendente, cittadino italiano di Vasto, risultano avere numerosi precedenti penali e di polizia così come anche persone conviventi oltre a chiare interconnessioni relazionali con soggetti appartenenti a gruppi criminali calabresi appartenenti alla ‘ndrangheta. Il quadro degli accertamenti, svolti dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza ha permesso di rilevare come sia ipotizzabile una infiltrazione nel tessuto sociale di quell’area di elementi riconducibili alla criminalità organizzata, attraverso attività societarie come quella oggetto della interdittiva in riferimento. La seconda invece era una ditta con sede legale a San Giovanni Teatino, che ha richiesto l’iscrizione in “white list” per il settore di attività “servizi ambientali, comprese quelle di raccolta, trasporto nazionale e transfrontaliero, anche per conto di terzi, di trattamento e smaltimento di rifiuti, nonché le attività di risanamento e di bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti. Per questa ditta sono stati rilevati collegamenti con soggetti gravitanti attorno a gruppi malavitosi a motivo del quale è da escludere la possibilità di iscrizione alla White List, mediante la emissione di una interdittiva, per modo che non possa verificarsi alcuna infiltrazione nel tessuto sociale economico.
Come è noto l’interdittiva antimafia del Prefetto è una misura cautelare con cui viene proibito a un’impresa o a soggetti di avere rapporti con la pubblica amministrazione evitando così infiltrazioni nel settore pubblico e bloccando l’attività delle imprese quando sussiste, anche solo potenzialmente, il rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. L’interdittiva antimafia preclude ogni tipo di rapporto con la pubblica amministrazione e ogni possibilità di ottenere contributi, finanziamenti e mutui agevolati, nonché altre erogazioni dello stesso tipo, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione europea, per lo svolgimento di attività imprenditoriali, stante l’esigenza di evitare ogni tipo di esborso pubblico in favore di imprese soggette ad infiltrazioni criminali. Inoltre, l’interdittiva antimafia non consente la concessione di autorizzazioni di cui all’art. 67 del Codice antimafia, in dettaglio, licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio, iscrizione in elenchi o albi professionali, alla CCIIAA, altre autorizzazioni connesse ad attività imprenditoriale, ed, ove sussistenti, ne prevede la revoca a cura dell’Ente che ha proceduto al rilascio. Infatti, in detti casi la Prefettura richiederà la immediata revoca delle stesse.
Queste due ulteriori misure rappresentano un importante risultato da parte della Prefettura e delle Forze di Polizia per preservare il territorio da ogni infiltrazione e quale monito alla criminalità di ogni tipo che comprenda bene come sia elevata l’attenzione che la Prefettura- Ufficio Territoriale di Governo della Provincia di Chieti e le Forze di Polizia, coordinate fra esse nella specifica materia, riservano anche su questa materia per assicurare la tutela della collettività e prevenire il tentativo di infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale. Il Prefetto Della Cioppa ha firmato ben sette interdittive antimafia in quasi due anni di attività quale Prefetto segno evidente di notevole attenzione che ha voluto riservare alla prevenzione da infiltrazioni criminali sul territorio dando seguito concreto alle dichiarazioni di intento formulate all’atto del suo insediamento ed in questo modo intende congedarsi dal suo incarico in quanto dal 1 ottobre terminerà la sua carriera.