di Nicola D’Adamo
VASTO – Nel nostro Abruzzo si sta scatenando un dibattito molto acceso sul tema degli ingenti debiti della sanità: non possiamo fare a meno di occuparcene anche noi.
Nel programma del centrodestra pubblicato prima delle elezioni del 10 marzo 2024 la coalizione di Marsilio scriveva: «È superfluo soffermarsi sui noti quanto imprevedibili maggiori costi sostenuti per far fronte all’emergenza (Covid) e solo in parte ristorati dallo Stato: personale, prodotti farmaceutici, tamponi, hanno pesato per oltre 140 milioni di euro sulle casse della sanità regionale. Nonostante questo, però, dal 2019 ad oggi non soltanto abbiamo chiuso i conti in equilibrio, ma abbiamo posto le basi per una sanità più efficiente e più vicina alle esigenze del cittadino. L’approvazione della nuova rete ospedaliera e di quella territoriale regionale rappresenta i pilastri del nuovo corso della sanità».
Ma dopo le elezioni la situazione si presenta in modo diverso e cominciano pian piano ad emergere le gravi difficoltà economiche delle varie ASL abruzzesi.
L’assessore Verì cerca di correre ai ripari. Il 9 settembre dichiara che «il Dipartimento Sanità ha concluso l’istruttoria sui piani di rientro aggiornati, presentati dalle Aziende Sanitarie Locali tra il 23 e il 27 agosto nel rispetto dei termini previsti»; che «i piani di rientro saranno ora trasmessi alla Commissione consiliare per le necessarie valutazioni» e che «nei prossimi giorni saranno convocati i sindacati».
Il 12 settembre la CGIL dopo l’incontro così tuona: «Il deficit è strutturale: non bastano più i piani di rientro», specificando che «i Direttori Generali e l’Assessora Verì, nell’illustrare sinteticamente le oltre 200 pagine di una manovra correttiva di tagli e risparmi, hanno tentato di ‘normalizzare’ agli interlocutori presenti, un deficit dichiarato dalle ASL di complessivi circa 197 milioni che, a seguito dei tagli operati, si stima diventino circa 128 Milioni. A proposito l’Assessore ha informato che ci sarebbe già la copertura di circa 91 Milioni attraverso le risorse messe a disposizione dal GSA. Di tutt’altro tenore invece è ciò che si coglie leggendo con attenzione i Piani di rientro, che di fatto, sanciscono il fallimento della programmazione finanziaria regionale». «In più parti si dichiara infatti che una parte significativa dei costi che le aziende devono sostenere annualmente è incomprimibile», per cui «le rassicurazioni arrivate da Direttori e dirigenti non convincono affatto, se di disavanzo strutturale si tratta. A poco serviranno i cospicui tagli alla spesa farmaceutica e ai servizi, che rischiano di incidere sul diritto alla cura e all’accesso di adeguate prestazioni sanitarie dei pazienti più fragili, come gli anziani e gli oncologici».
A rincarare la dose è anche l’ex assessore alla Sanità Silvio Paolucci (PD) che dice: «la sanità abruzzese non ha mai passato un momento peggiore di questo».
Il presidente Marsilio getta l’acqua sul fuoco e replica che non ci sarà «nessun commissariamento perché i debiti previsti sono ampiamente al di sotto del 5% del budget assegnato e quindi non si può parlare di buco, soprattutto in un quadro in cui tre quarti delle regioni italiane hanno esattamente lo stesso problema. Del resto il tema del finanziamento della sanità è centrale nel dibattito nazionale. Il Governo Meloni, inoltre, ha previsto un possibile ulteriore sforzo economico per garantire una migliore qualità dell’offerta sanitaria ai cittadini».
Tornando al nostro Abruzzo, se si tratta di «disavanzo strutturale», come dice la CGIL, allora bisogna mettere mano ad una seria riorganizzazione dell’intera assistenza e rete ospedaliera. Ma la cosa va studiata a fondo.
Ecco allora venir fuori la proposta di legge della Lega Abruzzo della cosiddetta «task force» (gruppo di lavoro da decenni in auge nelle aziende per risolvere con urgenza un problema), che verrebbe creata «per monitorare le Asl abruzzesi nell’attuazione dei piani di rientro e una cabina di coordinamento degli acquisti per razionalizzare la spesa sanitaria. Tutto questo a costo zero, grazie all’utilizzo di dirigenti regionali e Asl scelti per le loro competenze specifiche».
Funzionerà veramente? Perché i cittadini sono stufi delle promesse elettorali e vogliono solo tre cose: fare esami o indagini diagnostiche in tempi ragionevoli; trovare un posto in ospedale quando si ammalano; continuare a pagare medicinali con ticket o averli con esenzione come si è fatto finora.
Se serve facciamo pure la task force! Per funzionare però dovrebbe essere presieduta dal presidente Marsilio e riunirsi tutte le settimane per verificare il work in progress. Solo così, con il massimo livello istituzionale, con il continuo monitoraggio delle azioni, e magari con l’aiuto di qualche esperto esterno, si possono ottenere i risultati. Buon lavoro a tutti.