ROMA – Il Governo ha lanciato una nuova proposta per riformare il sistema pensionistico italiano, con l’obiettivo di garantire un assegno minimo di 1.500 euro al mese a partire dai 64 anni di età. Tuttavia, a differenza delle attese di una revisione della Legge Fornero, il piano si basa su un utilizzo strategico del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e sulla promozione dei fondi di previdenza complementare.
L’iniziativa, sostenuta in particolare dalla Lega, prevede l’introduzione di un meccanismo di silenzio-assenso valido per sei mesi nel 2025. Questo strumento consentirebbe ai lavoratori di destinare il 25% della quota mensile del TFR ai fondi di previdenza complementare, con l’intento di rafforzare la pensione integrativa come pilastro del sistema previdenziale pubblico-privato.
Il Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha presentato i dettagli del nuovo piano pensionistico. «Stiamo andando verso una situazione in cui le pensioni potrebbero diventare fragili o addirittura insufficienti, soprattutto per i giovani» ha dichiarato. Con l’introduzione dell’adesione obbligatoria a un fondo pensione, «la pensione integrativa futura – spiega Durigon – potrà sommarsi a quella del sistema pubblico, permettendo di raggiungere il requisito di 1.500 euro mensili (tre volte l’assegno sociale) per andare in pensione a 64 anni nel sistema contributivo, applicabile interamente a chi ha iniziato a lavorare dal 1996. Questo obiettivo, attualmente non raggiungibile anche per chi ha scelto volontariamente una pensione integrativa, diventa possibile con la parziale obbligatorietà. Inoltre, si garantisce maggiore flessibilità in uscita e un incremento dell’importo delle pensioni».