CHIETI – Durante la settimana di Ferragosto, i Pronto Soccorso della Asl Lanciano Vasto Chieti hanno vissuto giorni particolarmente difficili, con un incremento significativo degli accessi e un aumento delle aggressioni verbali al personale. Emmanuele Tafuri, Direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza, ha sottolineato come la maggior parte dei casi fosse costituita da non urgenze, causando un allungamento dei tempi di attesa e generando tensioni tra pazienti e operatori. Questa situazione ha evidenziato ancora una volta la necessità di un intervento strutturale per migliorare la gestione dei casi meno gravi a livello territoriale.
«La settimana di Ferragosto appena trascorsa è stata drammatica per i nostri Pronto Soccorso, e le aggressioni verbali si sono sprecate». È questo il commento di Emmanuele Tafuri, Direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza della Asl Lanciano Vasto Chieti, che legge i numeri ricavandone indicazioni chiare: «Gli accessi sono sicuramente aumentati – prosegue – in media del 30 per cento nei nostri ospedali, ma il dato più rilevante lo troviamo guardando nello specifico i codici attribuiti. Per il 68% si tratta di non urgenze, classificate con verde e bianco, a fronte delle urgenze al 27%, mentre le emergenze si sono fermate fortunatamente al 5%. Aggiungo ancora un elemento: proprio perché la precedenza viene attribuita ai codici con maggiore gravità, il tempo di attesa per gli altri più lievi è destinato per forza di cose a dilatarsi, con code polemiche ormai ben note. Le proteste che si leggono sui social o finiscono sui media arrivano proprio da persone che hanno atteso molto per ricevere una prestazione che, per natura ed entità, non doveva proprio arrivarci in Pronto Soccorso. Stessa origine per gli insulti che i nostri operatori ricevono quasi quotidianamente, sempre da parte di chi mal tollera l’attesa. Una dinamica perversa quella che registriamo e si va consolidando, che a Ferragosto ha trovato solo la sua espressione più spinta, in quanto ad accessi impropri e frequenza delle aggressioni. Il personale dell’emergenza svolge il proprio lavoro con dedizione e professionalità, e di più non può fare, perciò le attese in Pronto Soccorso continueranno a esserci se non ci sarà un filtro per i codici minori, per i casi, cioè, che devono trovare risposta a livello territoriale, nella medicina primaria e nei distretti. Stesso discorso per la richiesta di prestazioni che transitano per la medicina d’urgenza con la sola finalità saltafila, per aggirare il sistema delle prenotazioni soprattutto nella diagnostica. Per dirla con una parola, ad appesantire l’attività dei Pronto Soccorso sono gli accessi impropri, e i numeri di questi giorni lo indicano con chiarezza. Mettere in atto una sinergia efficace con il territorio vuol dire contrastare il sovraffollamento, e con esso le attese».