VASTO – Un lettore, Michele Fiore, malato oncologico e affetto da altre patologie gravi, si trova ad affrontare una doppia battaglia: quella contro il suo stato di salute e quella contro alcune dinamiche del sistema sanitario abruzzese.
«Sono un paziente oncologico, affetto anche da altre patologie. A causa dell’indisponibilità degli ospedali di Chieti e Pescara, sono stato costretto a rivolgermi all’ospedale “ex Gemelli” di Campobasso, che mi ha accolto con prontezza, prendendosi cura di me attraverso visite, esami preliminari, accertamenti, e il ciclo di radioterapia e terapia ormonale. Per oltre un mese, ogni giorno, sono stato accompagnato a Campobasso da mio figlio, utilizzando i nostri mezzi, poiché non esistevano alternative. Partivamo la mattina e rientravamo solo nel tardo pomeriggio.
Molto tempo prima mio figlio aveva prenotato con largo anticipo una visita odontoiatrica presso l’ospedale di Lanciano, ma purtroppo questa coincideva con i nostri viaggi a Campobasso. La mattina della visita, nonostante le numerose altre priorità, ha contattato l’ospedale di Lanciano per disdire l’appuntamento. Gli è stato confermato che la disdetta era stata ricevuta e ringraziato per aver avvisato.
Mi aspetto, come è prassi in altre regioni, che l’Abruzzo si faccia carico almeno delle spese di viaggio e trasferta, considerando le carenze nei servizi di assistenza e cura. Invece, a mio figlio, che tra l’altro è esente per malattia rara, è stato richiesto di pagare il ticket per la mancata visita, nonostante avesse inviato tutta la documentazione rilasciata dall’ospedale di Campobasso che attestava il periodo di cure. Gli abruzzesi meritano di essere curati, assistiti e tutelati, non di essere sottoposti a sanzioni vessatorie e vergognose».
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