VASTO – Martedì 6 agosto si è tenuta l’ultima seduta del Consiglio Regionale prima della pausa estiva. La riunione ha visto emergere tensioni e discussioni che riflettono le attuali difficoltà politiche e amministrative della Regione.
L’ordine del giorno principale, che prevedeva l’assestamento di bilancio per il 2023, è stato ritirato all’ultimo momento. Questa decisione è attribuibile alle divergenze interne al centrodestra, emerse in particolare tra Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia (Fdi), e Mario Quaglieri, assessore regionale al Bilancio. Il conflitto tra i due si è intensificato a seguito di recenti cambiamenti politici, come il passaggio di Iride Cosimati, eletta con Fdi, dalla fazione di opposizione alla giunta del sindaco civico Giovanni Di Pangrazio.
Vincenzo Menna, consigliere di Abruzzo Insieme, ha esposto la sua analisi, in un’intervista a Zonalocale. «Abbiamo bocciato il rendiconto, non potevamo votarlo a causa del forte disavanzo delle ASL, che insieme presentano un disavanzo di 128 milioni di euro, cifra che potrebbe arrivare a 250 milioni di euro nel 2024. Le misure adottate non sono benefiche per i cittadini, in quanto abbiamo una scarsa assistenza sanitaria, soprattutto nella prevenzione. Tagliare è facile, ma il problema è capire perché si è arrivati a questo punto, probabilmente per incapacità, soprattutto del direttore generale dell’ASL di Chieti, che da anni porta un disavanzo senza migliorare i servizi. La spesa farmaceutica è fuori misura, siamo al quarto posto in Italia per sforamento e i servizi primari di assistenza non funzionano. Questo è un dato drammatico per la sanità, che assorbe oltre 3 miliardi di euro del bilancio, la prima voce di spesa, e per questo combattiamo per garantire un servizio degno a tutti i cittadini abruzzesi».
Per quanto riguarda l’ARAP (Agenzia Regionale Attività Produttive), Menna ha espresso dubbi sulla capacità dell’ente di risanare il proprio bilancio, «poiché è una società privata vigilata dalla Regione Abruzzo con enormi debiti». Secondo il consigliere, l’accumulo di questi debiti evidenzia una cattiva gestione, in particolare l’abbandono delle aree industriali. «Le problematiche di riscossione dei canoni e dei servizi non forniti sono punti critici che richiedono una revisione approfondita».
Infine, la questione dell’approvvigionamento idrico, una delle sfide più complesse. «La situazione è critica, dato che in Abruzzo si disperde oltre il 70% dell’acqua a causa delle tubature vecchie e obsolete. Anche se la Sasi ha ottenuto finanziamenti attraverso il PNRR per rifare le reti, non credo che vedremo risultati prima del 2026 a causa della lentezza burocratica e dell’importanza dell’opera. Oggi, purtroppo, dobbiamo stringere la cinghia e riconoscere che l’acqua viene razionata in diverse zone a seconda dei quartieri. Non serve solo lamentarsi, bisogna trovare soluzioni».