VASTO – Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dell’Industria Metalmeccanica è prossimo a subire importanti modifiche riguardanti le norme sulla malattia e l’infortunio non sul lavoro. L’attuale testo, aggiornato nel 2021, stabilisce un periodo di comporto durante il quale il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto e a un trattamento economico integrativo all’indennità INPS.
Il CCNL attuale: comporto breve e lungo
Attualmente, il CCNL prevede due tipi di comporto:
- Comporto breve:
- 183 giorni di calendario per anzianità di servizio fino a 3 anni.
- 274 giorni di calendario per anzianità di servizio oltre i 3 anni e fino ai 6 anni.
- 365 giorni di calendario per anzianità di servizio oltre i 6 anni.
- Comporto lungo (possibile solo in specifiche condizioni):
- 274 giorni di calendario per anzianità di servizio fino a 3 anni.
- 411 giorni di calendario per anzianità di servizio oltre i 3 anni e fino ai 6 anni.
- 548 giorni di calendario per anzianità di servizio oltre i 6 anni.
Le condizioni per accedere al comporto lungo includono eventi morbosi continuativi, malattie con assenze prolungate, e situazioni in cui una malattia in corso superi i 91 giorni di calendario alla scadenza del comporto breve.
Potenziali modifiche nel rinnovo del CCNL
Il CCNL dell’Industria Metalmeccanica, scaduto il 30 giugno 2024, è in fase di rinnovo e le trattative in corso potrebbero portare a significativi cambiamenti. In particolare, le nuove disposizioni potrebbero prevedere un prolungamento del periodo di comporto per alcune categorie di lavoratori.
Secondo quanto riportato dal sindacato Fim-Cisl dopo l’incontro con Federmeccanica e Assistal, è stata proposta l’introduzione di un comporto specifico più lungo per i lavoratori affetti da gravi patologie invalidanti e per i lavoratori disabili iscritti alle liste della legge 68/1999. Questa proposta nasce anche in seguito a una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11731 del 2024), che ha stabilito che non offrire maggiori tutele ai lavoratori disabili in caso di malattia è da considerarsi discriminatorio.