CUPELLO – Il Gruppo Consiliare Officina Cupello denuncia ritardi e manovre della maggioranza. Gli esponenti del gruppo, Dario Leone, Giuliana Chioli e Roberta Boschetti, riflettono su un consociativismo radicato e un’indifferenza istituzionale che minano la vita democratica della comunità.
«Le proteste del giorno scorso del Gruppo Consiliare Officina Cupello, riguardo ai ritardi della maggioranza nel dare vita ai sentieri amministrativi utili a quell’ampia partecipazione democratica che il paese ravvisa, sono stati di fatto ignorati e manipolati com’è nello stile consueto del consociativismo e dell’indifferenza che caratterizzano da anni lo “stile istituzionale” di chi governa la comunità.
In un’articolata arrampicata sugli specchi, in merito all’elezione del Vice Presidente del Consiglio, il gruppo “Semplicemente Cupello” ci dice che “è necessaria la maggioranza dei due terzi e, dal secondo scrutinio, quella assoluta per l’elezione”, sottolineando che “i componenti della maggioranza non possono astenersi, ma devono partecipare alla votazione”. Una menzogna utile a legittimare la promiscuità consociativa attraverso la quale la maggioranza stessa ha di fatto scelto, il “suo” consigliere di minoranza, evidentemente nel simbolico gesto di ringraziamento per il prezioso contributo alla propria vittoria elettorale. Ribadiamo l’oscenità antidemocratica di una maggioranza che sceglie essa stessa per l’opposizione. Dalla Delibera del Consiglio Comunale del 14/06/2014, si evince che il Vice Presidente è stato nominato con soli 2 voti e ben 11 astenuti. Epoca nella quale – evidentemente – il senso delle istituzioni e la consapevolezza del rispetto verso l’opposizione, rappresentavano ancora un principio fondamentale della vita democratica.
Svelata la prima grande bugia, passiamo alla seconda. Il fatto che per la prima volta nella storia istituzionale della comunità, il Sindaco non abbia comunicato le deleghe nel primo Consiglio Comunale, è il sintomo chiaro della difficoltà di attribuirle e dunque della mancanza di sintesi riguardo alle aspirazioni di taluni assessori che non ne hanno fatto mistero in questi giorni, assieme ai loro “supporter elettorali”. In ultimo, protestare per i ritardi riguardo alla composizione delle commissioni consiliari, non denota l’assenza di conoscenza dei regolamenti, quanto la sete di democrazia in una fase nella quale il nostro paese è a un bivio fondamentale per la tenuta del suo tessuto produttivo e socio-economico.
Manca invece, una risposta da parte del Sindaco sulla nostra richiesta per avere uno spazio, nell’ambito del Palazzo Comunale, fruibile dall’opposizione per ricevere cittadini, analizzare le delibere, prendere parte agli sviluppi politici e amministrativi del Comune. Spazio che nei fatti è al momento negato, malgrado il nostro gruppo rappresenti il 41,7% degli elettori, ovvero la metà del paese. Auspicare collaborazioni a chiacchiere e accusare gli avversari di divisione popolare, mentre si negano le basilari condizioni di agibilità democratica, è atto tanto ipocrita quanto ignobile.
A questo si aggiunga che al nostro gruppo sono di fatto stati negati i documenti richiesti per il tramite di un accesso agli atti, riguardo alla rendicontazione del Festival del Carciofo rispetto al quale un autoproclamato Comitato transitorio ha ottenuto (per il monento) ben € 30.000 di fondi pubblici.
Il Palazzo Comunale si è dunque trasformato in una camera oscura al posto di mostrare tutta la trasparenza possibile. Davanti a tale condizione di manifesta inagibilità democratica, solleviamo una legittima e sacrosanta denuncia politica che non è “mal digestione del risultato elettorale”, ma al contrario è l’urgenza di svolgere il ruolo stabilito dai cittadini, l’opposizione.
Officina Cupello, continuerà ad essere il presidio della democrazia contro un sistema consociativo e trasversale che danneggia per Cupello e per l’intero Vastese. Un presidio contro un sistema al quale non basteranno ridicole messe in scena per nascondere il proprio vero volto che ha sembianze lontane dalla democrazia e dall’interesse collettivo».