di Anna Bontempo
VASTO – «A cosa serve urlare contro la variante dell’Anas se non si ferma lo scempio urbanistico che si sta velocemente appropriando del panorama e di ogni angolo (non solo) lato mare?». A porre il quesito, che non è affatto peregrino, è l’architetto Francescopaolo D’Adamo, il quale introduce nuovi elementi di riflessione al dibattito che si è riacceso in città sulla variante alla Statale 16. Il tema è di stringente attualità dopo che l’Anas ha fatto sapere di voler andare avanti con la “mini variante” a sud dell’abitato di Vasto Marina. Sono tornate le preoccupazioni per eventuali interventi ad alto impatto ambientale (come tunnel e viadotti) ed è proprio di questi giorni la notizia della richiesta di un incontro inviata dal comune di Vasto ad Anas, Ministero e Regione.
«La Vasto terra d’eure non esiste più e dobbiamo farcene una ragione», attacca D’Adamo, «chi ha avuto la fortuna di viverla e di goderne, può serbarne il ricordo, ma non può più riportarla in vita. Bisognerebbe, quindi, cominciare a studiare una nuova “forma” che possa salvare e valorizzare le risorse rimaste e magari scovarne altre per ottenere la nuova Vasto. Mi chiedo, ad esempio, a cosa serve urlare contro “la variante” se non si ferma lo scempio urbanistico che si sta velocemente appropriando del panorama e di ogni angolo (non solo) lato mare? Vuoi vedere che sono proprio i fautori di questo scempio ad essere contro la “variante”, perché questa impedirebbe loro di continuare la devastazione in atto?».
«La Via Verde, ostentazione dell’ambientalismo ha portato all’antropizzazione di tutta la scogliera», continua l’ex assessore comunale, «dov’è finita tutta la natura selvaggia di cui si godeva passando col treno che necessariamente la attraversava a velocità ridotta? C’è chi si vanta di aver tagliato alberi (abusivi) e fatto asfaltare strade di accesso al mare».
E la lunga spiaggia di sabbia “dorata” come si mostra?
«Non voglio parlare degli orti e delle campagne, sarebbe troppo obsoleto, né criticherò la questione della “Via del brodetto”. Sorvolo sul discorso dei monumenti abbandonati da tempo o oggetto di interventi discutibili e neppure voglio parlare delle tradizioni, laiche o religiose, anch’esse perse da tempo. Lasciatemi però ripetere che “la Vasto terra d’eure”, quella Vasto terra d’eure, non esiste più. Cerchiamo di dare vigore alla Vasto attuale con una visione compatibile e adeguata a questi luoghi», conclude D’Adamo.