di Anna Bontempo
CUPELLO – Da Consorzio pubblico a società di capitali due anni fa «per garantire la vita dell’impianto» e ora la trasformazione inversa «per salvare i fondi Pnrr». È a dir poco paradossale la situazione che si è venuta a creare al Civeta di Cupello, dove venerdì 12 luglio l’assemblea dei sindaci, convocata dal presidente del Cda Giuseppe Silvestri dovrà decidere «la trasformazione in azienda speciale consortile». Cioè si torna alla situazione di due anni fa. Se non fosse vero qualcuno penserebbe che stiamo su “Scherzi a parte”. E invece c’è poco da ridere e molto da riflettere sul destino del Civeta e sulle ricadute che tutto questo avrà sui comuni, in primis su quello di Vasto che detiene il 44% delle quote.
Quindi la patata bollente – perché di patata bollente si tratta – è nelle mani dell’assemblea dei sindaci che è divisa e che da settimane tenta di procrastinare tale decisione.
Ma come si è arrivati a decidere di tornare indietro dopo aver fatto credere a tutti che il polo impiantistico del Civeta si sarebbe potuto salvare solo trasformandosi da Consorzio a società di capitali?
L’atto di trasformazione è stato firmato il 15 dicembre 2022, alla presenza del notaio Giovanni Maria Plasmati. La sottoscrizione è avvenuta nella sala delle adunanze di contrada Cena, a Cupello da parte dei sindaci Francesco Menna (Vasto), Graziana Di Florio (Cupello), Emanuela De Nicolis (San Salvo), Daniele Carlucci (Scerni) e di Arturo Scopino (ex Comunità Montane). Mancavano i primi cittadini di Casalbordino (Filippo Marinucci), Monteodorisio (Catia Di Fabio), Pollutri (Nicola Mario Di Carlo) e Villalfonsina (Mimmo Budano) che pochi giorni prima avevano annunciato la loro decisione di non firmare l’atto di trasformazione per ragioni riconducili, essenzialmente, al nuovo statuto che presentava, a loro dire, numerose criticità, sotto il profilo giuridico e contabile e non avrebbe garantito la rappresentanza e la partecipazione dei comuni più piccoli.
Il Consorzio diventa quindi una società di capitali. Alcuni mesi dopo viene nominato un Cda, secondo le rigide regole del Manuale Cencelli, conosciuto anche come “prontuario della lottizzazione”. Tutto bene? Così sembrava, fino a quando non è arrivata la lettera del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) che mette in guardia il consiglio d’amministrazione sul rischio di perdere i finanziamenti Pnrr – pari a 35 milioni di euro – erogati a suo tempo quando il Civeta era Consorzio. Ed ecco che, a questo punto, il presidente Silvestri inizia a chiedere una serie di pareri legali. Gli avvocati consultati prospettano due soluzioni per salvare i fondi Pnrr: la trasformazione regressiva a Consorzio o la fusione con Ecolan. Quest’ultima ipotesi non viene presa in considerazione. Nel frattempo inizia la querelle sull’assunzione del direttore generale. E’ proprio necessario dotarsi di questa figura apicale che comporterebbe un esborso per le casse dell’ente di 100mila euro l’anno? No per i sindaci di San Salvo, Monteodorisio e Villalfonsina, Emanuela De Nicolis, Catia Di Fabio e Mimmo Budano. Ma il principale azionista, che è il comune di Vasto ha votato a favore del direttore generale e di questa decisione il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha chiesto conto nei giorni scorsi in consiglio comunale. Non resta quindi che aspettare la prossima assemblea per sapere quale sarà il futuro del Civeta, sul quale, al momento, sembrano esserci più ombre che luci.