CASALBORDINO – Grande festa a Casalbordino per il 25esimo anniversario di sacerdozio di don Nicola Radomile, religioso missionario.
Don Nicola, in questi anni ha girato varie comunità religiose nel mondo e attualmente si trova a Trieste, ma per l’occasione ha deciso di tornare a Casalbordino per festeggiare l’anniversario dell’ordinamento sacerdotale.
Per l’occasione don Nicola Radomile ha condiviso con noi un pensiero per celebrare il grande traguardo: « Sono lieto di poter raccontare la storia della mia vocazione con un po’ di presentazione iniziale: mi chiamo Padre Nicola Radomile, originario di un paese dell’Abruzzo chiamato Casalbordino, in provincia di Chieti.
LE PAROLE EDIFICANO MA GLI ESEMPI TRASCINANO
Inizio col raccontarvi gli anni dell’infanzia: fin da bambino l’ambiente familiare di buone tradizioni cristiane in cui sono cresciuto e quello religioso dell’asilo e del catechismo parrocchiale, dove ho ricevuto i primi rudimenti della fede, sono stati incisivi nel mio percorso spirituale e vocazionale. Ricordo sempre e con gratitudine l’educazione ricevuta dai miei familiari, il loro esempio e insegnamento che mi hanno trasmesso, come pure l’amore ed il rispetto per la religione che mi hanno saputo trasmettere le Suore Francescane di Gesù Bambino ed il parroco della mia parrocchia, don Antonio Tobia. Da adulto e seminarista ho capito come è vero che, se le parole edificano, gli esempi fanno sempre bene e trascinano. Sono questi i motivi per cui ho sempre avvertito interiormente il bisogno di conoscere Dio e la vita di Gesù, specialmente dalle parole delle omelie che venivano fatte dal mio parroco e dai sacerdoti originari del mio paese che via via tornavano per le vacanze estive. Un caro ricordo va anche agli incontri in cui il parroco, al posto della solita lezione che ci veniva impartita, offriva a noi ragazzi delle varie classi di catechismo l’opportunità di vedere filmati in super 8 sulla Bibbia, su Gesù e sui martiri della prima comunità cristiana. Le scene ben fatte e l’atmosfera del sacro che esse riuscivano a creare comunicavano in noi bambini un grande impatto emozionale e a me, personalmente, una grande carica interiore spirituale e la voglia di imitare ciò che vedevo.
GLI ANNI TURBOLENTI DELL’ADOLESCENZA
C’è un proverbio che applico agli anni della mia fanciullezza; esso dice così: “non è tutto oro ciò che luccica”. In queste parole riconosco che nel crescere, se ero assiduo nel cercare ciò che il mondo spirituale poteva offrirmi, facendo il chierichetto e non mancando alle varie funzioni parrocchiali, dall’altra il mondo materiale mi distraeva con le sue proposte, facendomi disattendere ai miei doveri cristiani, complice anche il mio carattere timido e riservato. Però l’attrazione per la musica sacra, le buone e sane compagnie riempivano le mie giornate, anche se avvertivo nel profondo la sensazione di essere insoddisfatto e triste. Di tanto in tanto qualcosa, o “Qualcuno”, mi faceva pensare che, se un giorno avessi scelto di seguire il Signore, per me sarebbe stato più confacente preferire un ordine religioso piuttosto che un seminario diocesano. Dopo le scuole medie, sotto consiglio dei miei genitori, continuai gli studi di scuola superiore ritenendo che, un domani, sarebbe stato meglio avere un posto sicuro nell’ambiente lavorativo e, a Dio piacendo, formare una famiglia cristiana. Al termine dell’ultimo anno di scuola superiore, ancora sotto stretto consiglio dei genitori, dovetti ulteriormente convincermi che prima di intraprendere qualsiasi lavoro, essendo quelli anni in cui la leva era ancora obbligatoria, era bene assolvere quanto prima l’obbligo del servizio militare e togliermi così ogni preoccupazione di sorta.
“L’UOMO PROPONE, MA È DIO CHE DISPONE”
Alla fine del militare frequentai un corso regionale di manutentore di macchine ospedaliere che però non mi diede sbocco lavorativo; così mi adattai a fare per breve tempo dei lavori stagionali nei campi, l’esperienza -per così dire- di “coltivatore diretto”, mi convinse che nella vita anche questo potesse servire, oltre al fatto che, per non dipendere in tutto ai miei genitori, era gratificante avere qualche soldo da parte. Intrapresi per poco tempo anche un lavoro in una fabbrica di produzione di finestre in pvc e, contemporaneamente, iniziai a frequentare una ragazza che pensavo fosse la persona giusta che la Provvidenza stava mettendo sui miei passi per dare concretezza ad un eventuale progetto matrimoniale. Ma Dio stava cominciando a far funzionare il Suo progetto…
“CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO!”
Siccome nella vita niente avviene per caso, ma secondo la volontà di Dio, gli anni in cui da bambino feci il chierichetto mi diedero l’occasione di conoscere e di rimanere in contatto con un carissimo amico che, dopo l’esperienza nel seminario diocesano entrò nel monastero benedettino del mio paese: a lui confidai la mia indecisione nell’optare per una scelta di vita che potesse essere per il sacerdozio o per formare una famiglia cristiana. Mi fece capire che per me era più fattibile una vita di totale donazione al Signore e, per non accantonare quest’idea, mi consigliò di entrare a far parte di un gruppo di giovani della sua parrocchia salesiana, a Vasto, paese vicino al mio, per dare alla fede risposte più concrete. Al contempo sentivo il bisogno di una guida spirituale, per avere le idee più chiare, e scelsi di affidarmi alle direttive del sacerdote salesiano preposto alla guida del gruppo giovani, il bravo don Luigi Vignati. Il periodo in cui ho frequentato il gruppo giovani fu relativamente breve, ma bello e, chiaramente, non avendo ancora trovato il mio posto, ero sempre in combattimento tra ciò che il mondo offriva e ciò che lo spirito esigeva, che, col senno di poi, consisteva proprio nel seguire la chiamata di Dio. Non mi sentivo un buon cristiano e, nel cercare di stare a galla, mi arresi all’idea che se Dio avesse voluto che io fossi sacerdote, a suo tempo e nel modo adeguato, me lo avrebbe fatto capire.
IL BISOGNO E L’IMPORTANZA DI AVERE UNA GUIDA SPIRTUALE
In un giorno di ritiro con il gruppo, per prepararmi bene, andai a confessarmi nel Santuario del mio paese, ovviamente ignaro di quanto la Provvidenza mi stava preparando. Ricordo: era la fine dell’anno 1991 quando conobbi un sacerdote dell’Istituto di cui ora faccio parte, che in mancanza di una casa di noviziato era momentaneamente collocato con un gruppo di novizi in uno dei piani del monastero benedettino, attiguo al Santuario. Ebbi vari colloqui con il sacerdote e per due volte da lui ricevetti l’invito ad andare presso la Casa Madre del suo Istituto, situata a San Vittorino, nei pressi di Tivoli, dove è presente anche un bellissimo Santuario dedicato alla Madonna di Fatima. A San Vittorino la comunità numerosa dei sacerdoti e seminaristi dei Servi del Cuore Immacolato di Maria mi fece sentire al posto giusto nel momento giusto, ammiravo la loro giovialità e serenità scandita da momenti di preghiera e di gioiosa fraternità. Nel luglio 1992 lo stesso sacerdote mi invitò a partecipare ad un campeggio vocazionale a San Vittorino, organizzato dall’Istituto, occasione propizia in cui scoprii di essere chiamato alla vita religiosa e dove, al di là delle difficoltà che si prospettavano all’orizzonte, presi la decisione di iniziare un periodo di esperienza nel seminario di San Vittorino. Di ritorno dal campeggio, infatti, non mancarono prove e difficoltà di ogni genere, la decisione di entrare in seminario a molti sembrò davvero inaspettata ed esagerata. Nonostante le difficoltà sentivo il bisogno di rimanere fedele alla recita del Rosario: interiormente mi dava coraggio nel mio intento ad entrare in seminario e mi sembrava di percepire la voce materna della Madonna che mi invitava a stare tranquillo perché ogni difficoltà si sarebbe risolta. Il 7 settembre con determinazione e con la grazia di Dio riuscii a distaccarmi dai miei familiari, dagli amici e dal mio paese, salii sul pullman diretto per Roma e raggiunsi San Vittorino, dove il giorno seguente iniziai in seminario il periodo di postulandato. Il 16 settembre 1995 feci la professione religiosa entrando ufficialmente tra i “Servi del Cuore Immacolato di Maria”.
TU ES SACERDOS IN AETERNUM!
Dio è stato troppo buono con me, perché, dopo gli anni degli studi filosofici e teologici, mi ha concesso di ricevere il 30 giugno 1999, presso il Santuario del mio paese dedicato alla Madonna dei Miracoli, l’ordinazione sacerdotale per le mani di Mons. Edoardo Menichelli. Ovviamente quello fu uno dei giorni più belli della mia vita: sacerdote in eterno! Proprio nel luogo dove Maria Santissima l’11 giugno del 1576 si è resa presente e dove, “all’ombra di quel santuario”, ho vissuto gli anni stupendi della gioventù.
“… COSA RENDERO’ AL SIGNORE PER QUANTO MI HA DATO?”
Prendo spunto da queste parole del salmo 116, esse mi rendono sempre più convinto che non basta una vita per poter ringraziare il Signore per tanta bontà e misericordia usata nei miei confronti. Il prossimo 16 settembre 2020, con altri tre miei confratelli, festeggerò i 25 anni di vita religiosa; grazia su grazia, … perciò mi affido alle preghiere di quanti leggeranno questa breve testimonianza affinché il Signore mi faccia sempre più suo ardente e fedele ministro e, Maria SS., un vero e santo Servo del Suo Cuore Immacolato di Maria».
Don Nicola ha poi concluso con una ringraziamento: «Festeggiare il 25° anniversario del mio Sacerdozio mi porta a considerare il fatto che da quel 30 giugno 1999 di tempo ne è passato. Se poi considero anche il fatto che sono entrato giovanissimo in seminario, per abbracciare la vita religiosa, era infatti il 1992 quando ho lasciato tutto e ho deciso di dare una svolta alla mia vita, e se tutto è grazia allora non posso non ringraziare Dio per tanta bontà e misericordia che ha avuto nei miei confronti. Perciò mi sento in dovere di ringraziare di vero cuore i miei familiari che mi hanno sempre accompagnato, i confratelli del mio Istituto, i vari sacerdoti amici originari di Casalbordino, soprattutto P. Paolo Lemme e tutta la comunità monastica di Miracoli, ed infine tutte le persone che il Signore ha messo nel mio cammino e che mi hanno continuamente sostenuto e incoraggiato. Un particolare ringraziamento va anche a don Antonio Tobia, parroco per 40 anni a Casalbordino che mi ha visto crescere e mi ha amministrato i primi sacramenti e a don Silvio Santovito, attuale parroco che lo ha succeduto. Su tutti e su quanti quest’oggi parteciperanno alla S. Messa nel Santuario di Miracoli invoco da Dio e da Maria SS., Regina dei Miracoli, celesti benedizioni. A tutti chiedo una preghiera per la mia santificazione e la mia perseveranza».
